Il progetto potrebbe diventare un’occasione per far rivivere la montagna del Mezzogiorno, terra abbandonata per eccellenza. Anche i tratturi di San Bartolomeo potrebbero essere inseriti nel progetto.
I tratturi che anticamente rappresentavano vie di comunicazione di grande interesse, oggi sono diventati dei musei all’aperto. Nel Molise, dove ragioni diverse ne hanno consentita la conservazione, costituiscono oggi delle preziose testimonianze storiche e culturali, pronti ad accogliere l’uomo che è alla ricerca di se stesso: in sella a un cavallo, a piedi, in bicicletta, o su di un carro.
Il decreto ministeriale del 1976 poi confermato nel 1980, ha definito i tratturi “Beni di notevole interesse per l’archeologia, per la storia politica, militare, economica, sociale e culturale della regione Molise”, e li ha sottoposti alla disciplina della legge n. 1089 del 1939, la stessa che tutela le opere d’arte, come ad esempio il Colosseo. In questa cornice si pone la Legge regionale n. 9 del 1997, che ha istituito il Parco dei tratturi del Molise. Con tale istituzione si intende non solo proteggere ma al tempo stesso valorizzare il patrimonio tratturale. Alla creazione del Parco dei tratturi, si registrano adesioni da parte di enti locali, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali e istituti bancari di Molise, Abruzzo, Puglia, Campania e Basilicata.
Si realizzerebbe così un itinerario verde, legato al mondo agricolo e produttivo, che unirebbe i tratturi dei parchi nazionali del Gargano, della Maiella e d’Abruzzo. Verrebbero sistemati i suoli e reintegrati i confini, verebbe fatta una dettagliata cartografia e una rete di punti telematici di informazione.
Tantissimi giovani potrebbero lavorare come guide naturalistiche. Sarebbero recuperate le vecchie taverne, come punti di ristorazione e di soggiorno. Rinascerebbe un sistema probabilmente unico al mondo che farebbe dell’Appennino centro-meridionale un’oasi naturalistica, storica, culturale e archeologica esemplare in Europa. La griglia dei tratturi, soddisfando un crescente turismo verde, toccherebbe aree come le foreste di Collemeluccio e Monte di Mezzo, l’oasi di Rosello-Agnone, l’oasi di Casacalenda, lo stupendo lago di Occhitto. Sfiorerebbe e si inoltrerebbe anche in centri storici, castelli e aree archeologiche, come Pietrabbondante e Sepino. Il tratturo ritornerebbe a essere una via-pascolo al servizio delle imprese agricole ancora disseminate lungo il suo percorso, che potrebbero cosi sopravvivere e trasformarsi in aziende agro-ambientali.