Home Notizie Cultura La storia del Calvario e di Mons. G.Pepe

La storia del Calvario e di Mons. G.Pepe

L’insegnante di Scienze Religiose Teresa Pacifico ci condurrà in un viaggio nella storia del Calvario, questa chiesa di San Bartolomeo, voluta da Monsignor Giovanni Pepe. Un viaggio a puntate, che si susseguiranno di domenica in domenica. Eccovi la presentazione della sua ricerca.

L’idea di questa ricerca è nata casualmente. In un volume celebrativo della P. Università Lateranense, tra i profili dei docenti del passato, mi è capitato di leggere una breve biografia di Salvatore Garofalo su Giovanni Pepe, un sacerdote nato a S. Bartolomeo in Galdo (attualmente provincia di Benevento) nel 1880 e ivi morto nel 1955, insegnante di Teologia Dogmatica nel corso minore. Essendo concittadina di G. Pepe e conoscendolo solo per sentito dire, come l’ideatore e il costruttore di una chiesa di S. Bartolomeo (il Calvario) è nato il desiderio di approfondirne personalmente la conoscenza.
La ricerca è stata lunga e difficoltosa. Lunga perché è stato necessario ripercorrere tutte le tappe degli spostamenti da Pepe effettuati, per trovare una documentazione accettabile. Difficoltosa perché il Nostro non ha lasciato molti scritti, quindi abbiamo dovuto raccogliere le testimonianze orali di parenti e conoscenti. La ricerca, iniziata alla biblioteca del Laterano, è continuata nell’archivio parrocchiale di S. Bartolomeo Apostolo (in S. Bartolomeo in Galdo) e in quello comunale per raccogliere i dati anagrafici.
Dopo aver raccolto tutto il materiale possibile al paese d’origine mi sono recata a Lucera all’archivio del Seminario diocesano e successivamente all’archivio dell’ Ateneo Pontifìcio di Benevento attualmente Seminario diocesano (dove Pepe consegui la Laurea in S. Teologia). La tappa successiva è stata al Seminario regionale di Chieti dove il nostro autore insegnò alcuni anni, a Napoli, al Seminario “Pio XI” di Ancona dove è conservato il materiale del Seminario Regionale Marchigiano di Fano di cui Pepe fu Rettore. Un ulteriore tappa è stata fatta ad Isoletta, frazione di Frosinone, dove ho incontrato le Suore della Carità nipoti di Pepe.
Questo lavoro non ha la pretesa della completezza ma vuol essere un contributo, una valorizzazione ulteriore di un sacerdote che a dato se stesso e tutti i suoi averi per aiutare il prossimo nella duplice dimensione dell’insegnamento e della beneficenza. L’esposizione si articolerà come segue: anzitutto tenteremo di inquadrare la vicenda umana e religiosa di Pepe nell’ambito storico, culturale e geografico in cui egli è nato e cresciuto, con particolare riferimento alle trasformazioni che in Italia e nella Chiesa erano in atto.
Ci occuperemo poi dell’attività culturale di Pepe, soffermandoci sui suoi articoli, recensioni e saggi. Tratteremo infine delle sue opere di carità: la Casa delle Suore della Carità e la Casa di cura e di riposo realizzate in S. Bartolomeo. Abbiamo cercato di evidenziare le motivazioni che hanno spinto Mons. Pepe a così generose donazioni, presentando le vicende che egli ha vissuto per la loro realizzazione. Ci auguriamo che il presente lavoro possa, se pur modestamente, contribuire a far conoscere meglio e a far ricordare l’opera di Pepe.
Ringraziamo l’ ordine delle Suore della Carità (suore che Pepe ha beneficato particolarmente), i parenti viventi, i sacerdoti e tutti coloro che con la loro disponibilità ci hanno offerto un prezioso aiuto nella ricerca del materiale. Effettuando questa ricerca ci è rimasto impresso l’insegnamento del nostro autore che anche tra difficoltà innumerevoli, incomprensioni non si è mai scoraggiato nel procurare il bene agli altri.
Questo lavoro ci ha insegnato a non fermarci alla conoscenza superficiale delle persone e dei fatti, basta su opinioni e pettegolezzi, ma ad andare a fondo per conoscere la verità.