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Ospedale sperimentale, no del sindacato

«Questa organizzazione sindacale ritiene illegittima ed inopportuna l’ipotesi di sperimentazione gestionale per l’ospedale di S.Bartolomeo in Galdo, ingannevole per tale popolazione, oltre che pericolosa per l’utenza».

Il no della Fesmed, la federazione sindacale dei medici dirigenti, è netto ed argomentato, al punto da produrre formale opposizione alla delibera 167 del 7/4/04 concernente l’ipotesi di sperimentazione gestionale immaginata dall’Asl per l’ospedale «Padre Pio» di S. Bartolomeo in Galdo. La legge regionale 2/98, Piano Sanitario Ospedaliero, prevede che l’ospedale di S. Bartolomeo sia sede di Pronto Soccorso Attivo e, a tale finalità d’uso, l’ospedale è stato finanziato e ne è stata approvata la relativa pianta organica, ma la proposta di nuovo piano ospedaliero confligge con le necessità territoriali provinciali, non garantendo equità di intervento sanitario alle popolazioni, con punte di pericolosità nell’emergenza-urgenza. Le motivazioni di modifica addotte dalla Asl all’allocazione di un ospedale Pronto Soccorso Attivo a S.Bartolomeo, sarebbero dettate, nelle varie delibere succedutesi nel tempo, oltre che in quella cui si produce opposizione, da un progressivo invecchiamento della popolazione residente che non giustificherebbe il costo per l’allocazione di strutture per acuti. C’è da osservare, a parere di Nino Rosa della Fesmed, che la vecchiaia non immunizza da episodi acuti; che un recente studio di economia sanitaria ha dimostrato che i ricoveri in ospedale non aumentano con l’età, bensì la maggiore spesa in assistenza per acuti si concentra negli ultimi anni di vita delle persone, indipendentemente dall’età in cui arriva la morte. La proposta in delibera cui ci si oppone propone la seguente organizzazione: Emergenza medico-chirurgica osservazione breve: 12 posti letto; Emodialisi: 8 posti letto; Country Hospital: 10 posti letto; Riabilitazione e Lungodegenza: 80 posti letto. «È, quindi, presente un pronto soccorso, verrebbe attivata una sala operatoria, per interventi di superficie (?) e di Day-Surgery, nella quale potranno operare anche équipe per interventi specialistici che non richiedano terapia intensiva post-operatoria (?). Vengono pure ipotizzati: interventi sull’intestino, colon e proctologici, formazioni benigne di mammelle, ernie ecc., con una seduta settimanale di circa 5 interventi e circa 200 interventi al mese di piccoli interventi ambulatoriali; l’organico per il funzionamento di siffatta urgenza ed elezione dovrebbe essere formato da 4 medici, 8 infermieri, 5 OTA, organico fornito da una società privata, confluente in una ipotizzata SPA o Fondazione, titolare del 49%. «È previsto 1 fisiatra (Mandrake?) e 13 fisioterapisti (fantascienza!), 36 infermieri (oltre la fantascienza!) per 80 posti letto di riabilitazione». Il presidio ospedaliero di S.Bartolomeo, però, ha una pianta organica approvata dalla Regione Campania, sulla quale l’Asl ha già proceduto ad assunzioni con concorsi espletati e assunzioni avvenute per sopperire a carenze presso altri presidi. La gestione dell’urgenza non può essere delegata a privati, oltre al fatto che l’organico presupposto non risulterebbe sufficiente per una adeguata gestione dell’urgenza, né per un adeguato trasferimento protetto del paziente. Viene ipotizzata la chirurgia senza la presenza di chirurghi e di anestesiti, il rapporto di personale medico-paramedico/posti letto di fisiaterapia non corrisponde allo standard regionale. Ma vi è di più, secondo la Fesmed: le popolazioni residenti nel Fortore, già per il 32% dei casi sono costrette al ricovero in strutture extraregionali, in netto contrasto con i principi del progetto di PRO, mentre attendono da oltre 40 anni un ospedale; questi cittadini subiscono le stesse ritenute erariali per assistenza dei cittadini della Regione Campania essendo sprovvisti di adeguata assistenza ospedaliera, neppure d’urgenza». È per questi motivi che Nino Rosa si è rivolto a Scarinzi, al collegio sindacale dell’Asl e all’assessore Tufano per eccepire formale opposizione all’ipotesi di sperimentazione da attuare all’ospedale di S.Bartolomeo.

da “Il Mattino”

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