Dopo il sequestro della discarica di San Bartolomeo in Galdo, l’appello del responsabile tecnico dell’invaso fortorino.
Romito confida: «Serra Pastore è da ritenersi ormai chiusa». Si cerca un sito alternativo.
“Oggi al cdr di Casalduni si dovrebbe sversare, domani chissà…”. E’ in questa laconica dichiarazione rilasciata ieri pomeriggio al nostro giornale da Massimo Romito, responsabile tecnico della discarica di San Bartolomeo in Galdo, chiusa da ieri in seguito ad un provvedimento di sequestro operato dal Corpo Forestale dello Stato, tutta la drammatica precarietà del momento nel settore dei rifiuti nel Sannio che appare nuovamente sull’orlo di una nuova emergenza.
La chiusura di Serra Pastore, potrebbe infatti, già dalle prossime ore, ripercuotersi a catena sul ciclo di lavorazione dei rifiuti dal momento che, da oggi, manca di fatto una discarica nella quale stoccare la parte organica (fos) degli stessi in uscita dall’impianto di Casalduni. Stabilimento destinato, perciò, a fermarsi. E che la discarica di Serra Pastore sia da considerarsi ormai definitivamente ‘out’ lo ha fatto comprendere, a chiare lettere, lo stesso Romito, convocato ieri dai tecnici del Commissariato di Governo per mettere a punto alcuni interventi di estrema urgenza che mirano al contenimento delle infiltrazioni di percolato a livello di terreni e di alcuni pozzi circostanti l’area della discarica. “Sono convinto che la discarica di San Bartolomeo sia da considerarsi ormai definitivamente chiusa – dichiarava a ‘Il Sannio’ ieri pomeriggio il responsabile tecnico dell’invaso fortorino -. La discarica era già sull’orlo della saturazione massima, al punto che avevo più volte lanciato l’appello, proprio dalle vostre colonne, ad individuare una discarica alternativa per evitare la paralisi. Il sequestro di Serra Pastore finisce per accelerare ancor di più i tempi, con un paio di complicazioni aggiuntive”. La prima: gli interventi di messa in sicurezza di Serra Pastore, imposti dal provvedimento di sequestro, richiederanno tempi medio-lunghi per essere realizzati. Dunque, la discarica fortorina è da considerarsi ormai definitivamente chiusa. La seconda: anche sull’ impianto di cdr di Casalduni pende il serissimo rischio di un sequestro, questa volta giudiziario, da parte della procura di Napoli che potrebbe arrivare il 26 febbraio prossimo. Due circostanze che rendono terribilmente difficile la già complicata quadratura del cerchio da parte del Commissariato di Governo per l’Emergenza Rifiuti. Impegnato nell’ennesima corsa contro il tempo per scongiurare una nuova crisi. La sensazione, nonostante le bocche cucite, è che alla Rocca dei Rettori stiano cercando disperatamente, sul territorio sannita, un sito disponibile – forse una cava dismessa – da destinare a discarica di fos e sovvalli. Per fronteggiare l’ennesima emergenza rifiuti e in attesa di tempi migliori. Che onestamente all’orizzonte non sembrano neanche profilarsi.
da "IL SANNIO QUOTIDIANO" del 14/02/07