Don Franco Iampietro, responsabile diocesano per la Pastorale Sanitaria e parroco di San Bartolomeo in Galdo, torna a occuparsi dei tagli alle sedi delle guardie mediche nel Fortore a poche settimane di distanza dall’appello lanciato agli amministratori locali. Il sacerdote si rivolge ai sindaci, ai medici e ai dirigenti dell’Azienda Sanitaria Locale perché, ognuno per le proprie competenze, faccia il possibile per non privare il territorio dei presidi di continuità assistenziale. Di seguito la nota di don Iampietro.
“Cosa ne sarà dei presidi di Guardia Medica nel Fortore? Il pericolo che vengano soppressi non è scongiurato. L’appello rivolto ai sindaci, benché recepito da alcuni, non è stato sufficiente. La sciagurata ipotesi è ancora in piedi e la popolazione del Fortore teme che gli venga tolto anche questo ultimo servizio. Togliere a chi già non ha niente è ingiusto e odioso: non so come, ma non lo consentiremo. Possibile che non si riesca a immaginare una soluzione più equa e praticabile? Perché non chiudere lì dove ci sono ospedali nelle vicinanze, facilmente raggiungibili? E’ tempo che ognuno faccia la propria parte e dia il proprio fattivo contributo. A tal fine ci permettiamo, anche se da incompetenti, di dare qualche concreto suggerimento.
Ai sindaci chiediamo di accollarsi i costi di gestione dei presidi, sia in termini di locali che di utenze. Se necessario si risparmi su altro ma non in questo settore perché ne va di mezzo la salute dei vostri concittadini. E’ in situazioni come questa che si valuta la capacità di governo; qui emerge e si evidenzia l’interesse ‘vero’ che anima l’azione di una amministrazione. Questo è in concreto quel ‘bene comune’ che riempie i comizi elettorali! Signori sindaci la vostra gente vi ha dato fiducia, si è fidata e affidata a voi: non la tradite. Fate tutto ciò che è nelle vostre competenze e possibilità e poi siate intransigenti.
Ai medici: se per salvare il servizio è necessario sacrificarsi a lavorare con qualche unità in meno, fatelo. Il bene perseguito richiede e giustifica qualche sacrificio anche da parte vostra. La gente sa in che condizioni siete costretti a lavorare, con quali (scarsi) mezzi. Per questo vi apprezza: non li deludete, la vostra opera è necessaria e preziosa; una vostra rinuncia, un vostro sacrificio si tradurranno in beneficio per un intero popolo. Sia la vostra battaglia assistenziale, non occupazionale, benché consapevoli dell’importanza di una occupazione stabile. Ma qui è in gioco la salute di intere popolazioni e questo deve prevalere sulle pur legittime esigenze occupazionali.
Alla ASL si chiede di utilizzare le risorse risparmiate (grazie al contributo dei sindaci e dei medici) per garantire il numero minimo sufficiente di medici per il mantenimento di tutti (25) i presidi attualmente operanti. Certo non tutto dipende da voi (dirigenti BN1); immaginiamo che anche voi avete da scontrarvi con decisioni che vengono dall’alto e che, forse, non sempre condividete, ma siate fermi nel far presente la situazione di estremo disagio che si vive in queste zone. Denunciate a voce alta, portate a conoscenza della popolazione le inadempienze, le ingiustizie, gli sprechi, le negligenze, i giochetti più o meno leciti di chi è veramente responsabile.
Questa è una battaglia che dovrebbe vedere in prima linea tutti i politici del Fortore e della Provincia, e invece? Silenzio! Non si comprende il perché; forse sono in tutt’altre faccende affaccendati. Ma quali faccende sono più importanti di queste per chi ha scelto di servire il popolo? A tutti è rivolto l’appello a far sentire la propria voce, ad impegnarsi, a fare quanto nelle proprie possibilità perché non venga scritta una nuova pagina umiliante per le popolazioni del Fortore”.