Il Fortore è sceso in piazza per dire no all’accorpamento del Distretto Sanitario di San Bartolomeo in Galdo a quello di Morcone. Questa mattina, intorno alle 12,30, è partito un lungo corteo con striscioni colorati e cartelli di protesta. Un gruppo folto di abitanti ha sfilato da Piazza Santa Maria lungo tutto il Corso Garibaldi fino all’ingresso di Palazzo Mosti, sede della riunione odierna per discutere proprio della razionalizzazione degli ambiti distrettuali dell’Asl. Il presidio continua tutt’ora alla presenza di amministratori locali e cittadini.
Un paese trascurato dalla politica e dalle istituzioni, lo si evince dagli slogan pronunciati a gran voce da numerose persone, molte anziane. Una donna, infatti, ha portato con sé anche una sedia per potersi accomodare durante le pause del corteo. In prima fila il sindaco di San Bartolomeo, Vincenzo Sangregorio, con fascia tricolore: “Siamo qui a dimostrare il nostro disagio, siamo pochi in paese e non ci viene data la giusta considerazione. Per raggiungere i 46.000 abitanti è stato realizzato questo accorpamento, che poi è la metà di tutta la provincia di Benevento. Non si può fare la semplice somma degli abitanti, il legislatore avrebbe dovuto tener conto della realtà territoriale, non vogliamo andare a Morcone per ottenere i servizi che ci spettano”.
Si impiega poco più di un’ora per raggiungere Morcone da San Bartolomeo in Galdo. Lo hanno sottolineato i manifestanti che hanno mantenuto in prima fila un lungo striscione con la scritta: “No distretto… No Campania…”. “Siamo agli estremi del territorio regionale – ha dichiarato a caldo una giovane abitante – , ci sentiamo più pugliesi che campani. Siamo stati utilizzati come deposito di rifiuti, non abbiamo mai avuto strade degne di questo nome, eppure ci avevano promesso la Fortorina. C’è anche una nuova generazione che si sta stancando del vecchio e inizierà a combattere per avere più diritti. Non abbiamo niente, nemmeno l’ospedale, attualmente l’ambulanza impiega mezz’ora per soccorrere un abitante in difficoltà”.
L’Asl, d’altro canto, parla di uno spostamento della struttura amministrativa, ma i cittadini non sono convinti, temono che il servizio possa essere soppresso definitivamente. “Le promesse , nel corso di questi anni, sono tutte state disattese, non ci fidiamo più di nessuno – ha dichiarato ancora Sangregorio – . Questo può essere un campanello d’allarme per ulteriori soppressioni di servizi nel nostro territorio che già in passato sono avvenute, come ad esempio la stazione dei Vigili del Fuoco. Non parliamo poi dell’ospedale, la prima pietra è stata messa nel 1958 ma la struttura è ancora lì e non funziona”. Nel comune fortorino risiedono attualmente circa 5.000 abitanti. La protesta è appoggiata da quasi tutti i paesi limitrofi. In un documento congiunto scaturito da una riunione, i sindaci di Baselice, Colle Sannita, Castelfranco in Miscano, Foiano di Valfortore, Ginestra degli Schiavoni, Molinara, Montefalcone di Valfortore e San Bartolomeo in Galdo, chiedono che i distretti non vengano accorpati.
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