Il fiume Fortore nasce nel territorio di Roseto, è un fiume a carattere torrentizio, tumultuoso d’inverno, esiguo d’estate. Ho sempre pensato che danni irreversibili al suo letto fossero stati inferti dalle numerose cave (lavagg) sorte nel suo letto.Sicuramente bene non hanno fatto, tuttavia leggendo la descrizione del Fortore tramandataci dal Falcone, capisco che probabilmente le cave, hanno si modificato il letto del fiume, ma non stravolto.
Nel dicembre di quest’anno, a seguito di due giorni di pioggia ininterrotta, il fiume Fortore è esondato in vari punti, l’acqua ha occupato tutto il largo letto, erodendo pericolosamente gli argini. Nel 2005 fu presentato un progetto di riqualificazione, ma che io sappia è rimasto lettera morta. Le piene del Fortore si succedevano con grandissima frequenza anche nei primi anni dell’800, tanto che il Falcone nella sua descrizione scrive: “Il Fortore ha un letto larghissimo che potrebbe restringersi facilmente, redimendo dallo sfrenato dominio delle acque degli alluvioni una zona estesissima e preziosa, che è propriamente la zona fluviale del tenimento. Delle fitte piantate di pioppi, di salici, di vetrici, basterebbero a formare arginose colmate, ed a circoscrivere il corso del fiume, forzandolo a scavare un solo e perenne alveo.Ciò facendo si avrebbe almeno con certezza un bosco di precoce vegetazione, bosco reso cotanto necessario a’ dì nostri, e particolarmente per taluni paesi, dove sempre più si risente il difetto di combustibile, circostanza più che importante, come ognun vede”. Vien descritto dunque, il Fortore come un fiume dal letto larghissimo e soggetto ad alluvioni. Ma il Falcone ci dà anche la soluzione, semplicissima, a costo zero, e anche remunerativa per il borgo, per contenere le acque e rendere il fiume una grande oasi capace di salvaguardare la fauna e la flora, propone di piantare lungo gli argini migliaia di alberi dalla crescita rapida e idonei a quella tipologia di terreno, così da contenere naturalmente il Fortore in un letto stretto. Intervento semplice dunque, che potrebbe essere effettuato anche oggi, ma si preferisce lasciarlo morire, oppure effettuare interventi di contenimento degli argini, con gabbioni di ferro e cemento. Ma, se e quando il Fortore deciderà di esondare, purtroppo non ci saranno gabbioni e cemento che terranno.
Fotografia: Salvatore Picciuto