Porta in giro per il mondo il nome di Cerreto Guidi e per il piccolo borgo toscano è sempre in prima linea. Tra restauri da compiere e iniziative da promuovere. Tutto compatibilmente con il suo ‘lavoro’ speciale. Per questo, la Pro Loco non ha avuto dubbi quando c’è stato da decidere a chi assegnare il Cerrino d’oro 2015. «A riceverlo sarà don Donato Agostinelli» annuncia Daniele Calugi, vicepresidente dell’associazione, promotrice di Palio del Cerro ed eventi annessi e connessi. Vedi, appunto assegnazione e consegna del Cerrino dal 1997, pronto a premiare personalità capaci di promuovere Cerreto Guidi.
«La proposta è stata condivisa da tutti i membri della Pro Loco – sottolinea Calugi – E non poteva essere altrimenti visto che don Donato è un punto di riferimento per tutto il paese. E’ il parroco di tutti, perchè ha una grande capacità di aprirsi, senza pregiudizi». Così, dopo don Renato Marconcini vincitore nel ’99 e monsignor Ciattini nel 2011, il riconoscimento va ancora a un uomo di Chiesa.
E dunque, il 2 settembre, sarà il parroco classe ‘58, originario di Sa Bartolomeo in Galdo in provincia di Benevento, ma cerretese di adozione – con nel curriculum pure la partecipazione, assai discussa, alla trasmissione tv «La Corrida» per sensibilizzare sulle attività del Movimento Shalom del quale fa parte – a ricevere il Cerrino. Direttamente dal sindaco Rossetti, dal presidente della Pro Loco Iuliucci e dal suo vice Calugi.
«Glielo abbiamo annunciato a marzo. Con tutti gli impegni che lo portano lontano come le missioni in Africa, ci tenevamo che mettesse in agenda la cerimonia. E glielo ricordiamo pure quando siamo in giro in bici» si lascia scappare Calugi. Sì, perchè don Donato è amante delle due ruote, passione condivisa con gli amici del paese, come il presidente del circolo Arci, Renato Picchi.
E c’è da giurarci che in tanti non si perderanno la premiazione. Un momento che si preannuncia emozionante. «Il parroco, che ha pure lui i sui difetti ci mancherebbe – continua Calugi – ha fatto e sta facendo molto per il paese. Pensiamo alle raccolte fondi per il restauro della torre campanaria, tornata così visitabile. Alla promozione del ciclo pittorico a S. Liberata. Senza dimenticare l’impegno tra la gente, quotidiano. Più forte che mai, nei giorni della tempesta di settembre».
fonte: La Nazione