Nel Sannio vi era una grandissima tradizione di cupetari, maestri dolciari che lavoravano i pochi ingredienti che avevano a disposizione ed impastandoli col miele e l’albume d’uovo, ne ricavavano un denso impasto che rovesciato sulla tavola, prendeva la forma di una cupola (dalla parola araba qubbat cupola, e furono gli arabi a portarci questa delizia), che indurendo rapidamente veniva frantumata in più pezzi e conservata o trasportata.
Gli spagnoli dell’Andalusia, che ne copiarono la ricetta, chiamarono e chiamano tuttora quel dolce pasta turrada de almendras, cioè pasta tostata di mandorle, abbreviandolo poi in turrun. Insomma, ambedue di origine araba, la cupèta è casareccia e il torrone è la sua versione raffinata con nome spagnolo.
I più antichi cupetari del Sannio erano i Zanchiello ed i Ficociello. Dei primi non abbiam più notizia, mentre i Ficociello continuano la loro ormai più che centenaria attività nel loro laboratorio sito in Via Costa a San Bartolomeo in Galdo.
L’attività è passata di mano in mano dagli avi fino all’ultimo discendente il maestro dolciario Gabriele Ficociello che con la stessa passione e maestria conduce la più antica e dolce ditta di San Bartolomeo in Galdo.
Non esageriamo quando affermiamo che il laboratorio del maestro Ficociello andrebbe tutelato quale bottega storica di San Bartolomeo.
Gabriele unisce tradizione e nuovi sapori, lavorazione artigianale con i migliori ingredienti. La qualità dei torroni e della cupeta Ficociello è sublime.
Entrando nel suo laboratorio in via Costa, si viene travolti da effluvi di mandorle tostate, zucchero caramellato, cioccolato fondente, glassa.
L’ebbrezza recata dalla valanga di profumi è superata solo dalla vista dei dolciumi. Vi è l’antico croccantino che nasce da un’idea del fondatore come unione di mandorle, zucchero e cioccolato, ma per gli amanti delle novità non vi è che l’imbarazzo nello scegliere tra i nuovi torroncini al riso soffiato, al gianduia, al caffè, al cocco, al pistacchio, al limoncello.
Sommo è il pan torrone al rhum dei caraibi, mentre si scioglie in bocca, raggiungi le vette dell’estasi.
Non è Natale se non mangi un mostacciolo o un susamello.
Il capolavoro Gabriele lo crea con i torroni del Papa e della Regina, un torrone che affonda le sue origini nella notte dei tempi.
Quando torni a casa, dopo aver fatto visita al Laboratorio Ficociello, sei consapevole di non aver acquistato un dolce, ma stai portando a casa una poesia.
Lunga vita a Gabriele Ficociello e al suo laboratorio dolciario, orgoglio di SBiG e dell’intera Valfortore.
Ad Maiora Ariadeno