Andando verso Benevento passando per San Giovanni a Mazzocca, abbiamo notato la costruzione di altre tre grandi piazzole ove sorgeranno altrettante megapale eoliche. È sbalorditivo come il comune di Foiano Valfortore continui imperterrito a far piantare torri nel proprio territorio.
Ricordiamo che qualche lustro fa, durante una campagna elettorale a Foiano Valfortore, un candidato sbeffeggiava l’altro proprio sull’argomento eolico. Lo faceva con un bel filmato, dove si vedeva un ex sindaco che in immagini di repertorio, rispondendo ad una giornalista, affermava che quando si parlava di centrali eoliche, non bisognava pensare ad una centrale nucleare, ma almeno per quanto riguardava il suo borgo ad “otto piccole torri”. L’immagine del candidato che ripeteva “otto piccole torri” veniva riproposta in loop intervallata da una bella musica e mostrava la progressione delle “otto piccole torri”, che si vedevano aggiungere 2 aereogeneratori della società Elettromena srl in località Piano Casino, altri 16 aereogeneratori nella medesima località questa volta di Edison, 11 aereogeneratori in località Monte Barbato della società Edison, altri 15 aereogeneratori in località San Giovanni a Mazzocca della società IVPC. Il video si concludeva con questa scritta: “Le otto piccole torri diventarono 42 e nei prossimi anni l’amministrazione ha già autorizzato l’installazione di altre turbine per un ammontare complessivo di 80 piccole torri”.
Il video sembrava censurare l’eolico selvaggio che stava aggredendo le colline foianesi. Il candidato autore del video vinse le elezioni, ma la sua posizione sull’eolico divenne molto simile a quella di chi lo aveva preceduto, tanto che in un’intervista al giornale Il Vaglio del 25 gennaio 2021 ripeteva quasi le stesse parole del suo predecessore: “Ed ecco che incontriamo Province, Enti Parco, Comunità Montana, che senza alcuna specifica competenza sfornano pareri quasi sempre negativi come se stessimo trattando la realizzazione di centrali nucleari…”.
La domanda che ci poniamo è: “Quanto eolico le colline del Fortore devono ancora ospitare?”
La risposta è semplice: “Niente”. Dovremmo fermarci e non concedere nemmeno un metro di terreno all’installazione di nuove pale eoliche.
Non perché siamo degli ambientalisti da salotto e dei difensori da fine settimana del paesaggio, ma solo perché il Meridione d’Italia, la Campania e soprattutto la Valfortore hanno già dato.
In un articolo pubblicato su Repubblica del 21 settembre 2021 si legge che l’Italia è indietro nel raggiungimento della neutralità energetica, con alcune eccezioni, tra le eccezioni vi è la Campania.
Per neutralità energetica o climatica si intende il punto di equilibrio tra le emissioni di gas serra e la capacità della Terra di assorbirle. La Campania, grazie soprattutto al sacrificio paesaggistico ed economico del Fortore, è una delle poche regioni ad aver raggiunto il punto di equilibrio.
L’Unione Europea ha approvato una legge che obbliga il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, ebbene noi ci siamo quasi arrivati con 30 anni di anticipo, eppure si continua a spingere per nuovi insediamenti eolici in una zona già satura.
Su Rinnovabili.it, il quotidiano sulla sostenibilità ambientale, si legge, in un articolo del 20 settembre, che Legambiente ha stilato la guida dei parchi eolici italiani. Leggiamo che il Presidente dell’ANEV, Simone Togni si fa promotore di un turismo sostenibile dove sorgono i parchi eolici, perché questi sono ormai armonizzati al paesaggio che li circonda.
L’articolo cita 11 siti, tra cui il Fortore molisano.
Abbiamo visionato tutti e 11 i parchi eolici presenti nella guida. La prima anomalia che ci ha colpito è la presenza di ben 8 parchi eolici situati al centro-nord e solo 3 situati al Sud. Gli ultimi dati aggiornati ci dicono che il 90,5% della potenza eolica installata in Italia proviene da 6 regioni meridionali (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia). Eppure la guida di Legambiente vi consiglia: Stella (SV), Rivoli veronese (VR) e Scansano (GR) etc.
La seconda anomalia è che i tre parchi eolici presenti in guida delle regioni meridionali sono ubicati in Abruzzo, Molise e Sicilia. Fatta eccezione per la Sicilia, le altre due regioni meridionali producono pochissima energia eolica.
Ci chiediamo perché la Guida dei Parchi Eolici italiani redatta da Legambiente inviti i visitatori in questi ameni luoghi e non nel Fortore campano, Foiano ad esempio o Montefalcone, la Puglia con Sant’Agata pronta a decollare appena soffierà un po’ di vento più sostenuto, oppure in Calabria? Forse perché sono piccoli parchi eolici da 4,5, al massimo 10 turbine e non più di 300 come il Fortore campano?
Con nostra sorpresa, ma neanche tanta, abbiamo scoperto che il Parco eolico di Stella è formato da sole quattro torri eoliche, per una potenza totale di 3,2 MW, sono quattro piccole torri da 0,8 MW.
Il parco eolico di Pontinvrea (SV) è formato da quattro piccole torri per una potenza installata di 3,2MW.
Il parco eolico Valbormida nel comune di Cairo Montenotte è formato da sei aereogeneratori da 0,8 MW, per un totale di 4,8 MW.
Il parco eolico di Naso di Gatto anche questo nel savonese è costituito da quattro aereogeneratori da 2,3 MW per un totale 9,2 MW.
Il parco eolico di Vento di Zeri sito nel comune di Zeri (MS) è costituito da 5 aereogeneratori da 2 MW per un totale di 10 MW.
Il parco eolico di Fiorenzuola (FI) è costituito da 17 aereogeneratori da 0,8 MW per un totale di 13,6 MW.
Il parco eolico di Santa Luce in provincia di Pisa è costituito da 13 aereogeneratori da 1,8 MW per un totale di 23,4 MW.
Il parco eolico di Rivoli veronese meglio conosciuto come parco eolico del monte Mesa è costituito da 6 aerogeneratori con potenza totale installata di 12 MW.
Il parco eolico di Scansano meglio conosciuto come parco eolico dei Poggi Alti, inizialmente prevedeva 17 aerogeneratori, ma dopo una lunga battaglia dei cittadini sono stati ridotti a 10, per un totale di 20 MW di potenza installata.
Il parco eolico di Tocco di Vento nel comune di Tocco da Casauria (PE) è formato da 4 aerogeneratori da 0,8 MW per un totale di 3,2 MW.
Il parco eolico del Fortore molisano costruito nei comuni di Pietracatella, Macchia Valfortore, Sant’Elia a Pianisi e Monacilioni è costituito da 53 torri per un totale di potenza installata di 37,26 MW.
Il parco eolico di Santa Ninfa nel trapanese è costituito da 38 torri per un totale di 32,3 MW.
Dalla lettura della guida emerge che gli 8 parchi eolici del centro nord hanno una potenza installata totale di 79,4 MW, e quello più grande ha 10 aereogeneratori.
I soli 3 del Sud hanno una potenza installata di 72,7 MW e il parco eolico del Fortore molisano comprende ben 53 torri eoliche.
Legambiente prende dei piccoli parchi eolici e li pubblicizza quale modello di sviluppo non impattante delle torri eoliche, modello di turismo sostenibile e di compromesso ed armonizzazione tra tutela del paesaggio e produzione di energia verde.
Tutto bello, ma…
Solo il comune di Foiano Valfortore, al netto delle nuove installazioni ha più pali eolici, 87, di tutti e 8 i parchi eolici del centro nord presi in esame, che contano 79 torri. Ha una potenza installata di 82,5 MW superiore di 3 MW a quella degli 8 parchi suddetti.
E allora non è più un armonizzare lo sviluppo energetico sostenibile con il paesaggio. Non è più un aiutare il pianeta a raggiungere la neutralità energetica, tra l’altro noi l’abbiamo già raggiunta, ma è un’aggressione senza motivo a territori già poveri, è un ulteriore impoverirli, lasciandogli le ossa e portandosi via la polpa. Che poi con quelle ossa alcune amministrazioni riescono a sopravvivere ed anche a far belle cose non può che farci piacere.
La potenza prodotta a Foiano Valfortore basterebbe al fabbisogno di oltre 40000 abitazioni, poi devi aggiungere tutti gli altri paesi della Valfortore ad esclusione di San Bartolomeo, che strenuamente resiste, non si sa per quanto, e si capisce che la ricchezza prodotta, in un mondo affamato di energia vola via da questi territori sospinta dalle eliche d’acciaio.