La demografia fortunatamente non è una scienza esatta e le previsioni a lunghissimo termine subiscono forti variazioni, l’esempio cinese fa scuola. Chissà, magari un giorno cambieranno anche i dati dello spopolamento dell’appennino e delle valli alpine. Un giorno tornare a vivere a Paraloup o a San Bartolomeo in Galdo, non sarà più visto come un atto eroico o al limite della follia, ma una normale scelta di vita. Fino ad allora però i numeri continuano ad essere devastanti e non si salva nessuno. Tra i 14 paesi della Valfortore campana, pugliese e molisana e dei Monti Dauni che stiamo osservando da qualche anno tutti e ribadiamo tutti perdono popolazione, ogni anno la pubblicazione dei dati dell’ISTAT è un bollettino di guerra. I paesi contano i morti (letteralmente e figurativamente) e purtroppo non si salva nessuno. Finché la politica nazionale non prenderà coscienza di ciò che avviene sulle alpi e sull’appennino, non ci saranno sindaci eroici che tengano, il segno davanti alla popolazione sarà sempre un segno meno, tuttavia, alcuni distinguo è necessario farli. Il nostro non ha pretese di essere uno studio probante, ma un semplice divertissement con i numeri e anche per rendere merito ad alcuni sindaci che hanno capito prima di tutti dove si andrà a parare. Nel 2009 fu eletto sindaco di Biccari l’avv. Mignogna, nel 2006 fu eletto sindaco di Foiano Valfortore il dott. Maffeo, ma il vero deus ex machina dell’amministrazione di Foiano fu ed è l’attuale sindaco il dott. Ruggiero. Anche per San Bartolomeo il 2009 fu un bell’anno di cambiamento. La popolarità di Mignogna ha trasceso Biccari in questi 14 anni da primo cittadino, la sua buona pratica amministrativa l’ha portato a ricevere riconoscimenti personali ed ha portato il suo paese ad avere una risonanza nazionale. Specularmente nella Valfortore Ruggiero ha seguito un percorso diverso, ma ha raggiunto gli stessi risultati, anche Foiano da cenerentola della Valfortore è diventato indubbiamente il paese più dinamico. Mignogna nel 2020 arrivò quinto tra i sindaci più virtuosi d’Italia, Foiano ha raggiunto il podio nel 2023 nel concorso Piccolo Comune Amico organizzato dal Codacons per la sua efficienza energetica. Sono solo due esempi, ma la lista potrebbe essere lunghissima. Mignogna vinse le sue prime elezioni amministrative nel 2009 con 1264 voti, il 60,89%, dopo dieci anni e due mandati i suoi voti si sono ridotti a 984 ed al 53,92% dei votanti. Il decremento della popolazione incide sui voti totali, meno sulle percentuali, ma non entriamo nelle dinamiche elettorali di Biccari. Crediamo che se si dovesse votare oggi e l’avv. Mignogna potesse correre per un quarto mandato, vincerebbe a mani basse, usiamo il condizionale perché nel segreto del talamo o nelle urne elettorali ti vede solo Dio, tuttavia sui social abbiamo letto una bellissima lettera di ringraziamento dei suoi concittadini che lascerebbero presagire una vittoria agevole. La lettera la riportiamo in fondo allo scritto.
Analizziamo gli ultimi 14 anni demografici dei nostri paesi, partendo proprio da Biccari. Una piccola premessa: non abbiamo i dati mensili del 2009, pertanto abbiamo preso il dato di inizio anno, non avremo una percentuale precisa, ma lo scostamento sarà di qualche decimale. Nel 2009 Biccari aveva 2886 abitanti, dopo 14 anni di amministrazione Mignogna Biccari perde 257 abitanti, pari all’8,9% della popolazione. Tanti? La risposta è: Si. Pochi? Anche in questo caso la risposta è: Si. E vedremo perché. Mignogna ha fatto l’impossibile, ha amministrato non bene, benissimo. Noi non conoscevamo nemmeno l’esistenza di Biccari, anzi ne avevamo sentito parlare solo perché il vecchio veterinario era di San Bartolomeo in Galdo ed era lo zio di un nostro amico, ma avremmo avuto difficoltà a posizionarlo su una cartina. I confini regionali ci hanno allontanati dai nostri paesi affini quanto e più dello stretto di Bering in piena guerra fredda. Negli ultimi due anni sovente siamo andati a Biccari, al Parco Avventura, al Lago Pescara, insomma Mignogna ha acceso un faro su Biccari e la luce è giunta fino a noi. E possiamo dire che ne vale la pena. Nonostante Mignogna Biccari ha perso 257 abitanti.
Altra performance di tutto rispetto è quella di Foiano. Nel 2009 il paese contava 1500 abitanti, a maggio 2023 dopo 14 anni, Foiano perde 174 persone pari all’11,6% della popolazione. L’avv. Mignogna ed il dott. Ruggiero sono gli unici che hanno capito che continuando così, senza una seria inversione di tendenza fra qualche decennio non ci sarà più nulla da amministrare e sarà un immenso danno per tutta l’Italia. Abbiamo assistito ad una conversazione tra il sindaco Ruggiero ed il poeta paesologo Franco Arminio e condividiamo ciò che ha affermato Ruggiero, è inutile creare una zona economica speciale che comprenda tutto il Sud, perché sono realtà imparagonabili Foiano con Amalfi, le zone economiche speciali devono essere create da nord a sud sia per le zone interne appenniniche che alpine. Se Foiano resiste perdendo 174 abitanti in 14 anni, Rittana in provincia di Cuneo è passata da 1411 abitanti a 105, ed è prossimo all’estinzione. Ciò dimostra che il problema questa volta non è nord vs sud, ma zone interne e costa o città.
Non tutti i paesi hanno avuto la fortuna di avere un Mignogna o un Ruggiero ad amministrarli, San Bartolomeo dal 2009 ad oggi ha cambiato tre sindaci ed un Commissario prefettizio ed è passata da 5311 abitanti a 4346, ha perso 965 abitanti pari al 18,2% della popolazione. La narrazione della perla del Fortore fatta qualche tempo fa dal giornalista de’ Il Mattino Zampelli su un’inversione di tendenza a San Bartolomeo, era appunto solo una narrazione, errata. Può un sindaco fermare lo spopolamento, la risposta è: No. Può un sindaco rallentare lo spopolamento, i fatti ci dicono si.
Baselice è passato da 2635 abitanti a 2079, ha perso 556 persone pari al 21,1% della popolazione. Colpa dei sindaci che si sono succeduti? Ribadiamo la risposta negativa ed aggiungiamo che il sindaco è disarmato contro lo spopolamento, ma è indubbio che bisogna almeno provarci, provare ad opporsi, non servono tre strade per invertire la rotta o rallentare la discesa, bisogna prendere contezza del problema.
San Marco dei Cavoti ha una tendenza simile a San Bartolomeo, passa da 3643 abitanti nel 2009 a 2967 abitanti nel maggio 2023, ha perso 676 abitanti pari al 18,55% della popolazione.
Impressionanti in negativo i numeri di Castelvetere di Valfortore. Appena 14 anni fa il paese era più popoloso di Foiano, contava 1508 abitanti, a distanza di poco meno di tre lustri il paese ne perde 538 fermando temporaneamente la sua discesa a 970. In percentuale Castelvetere in 14 anni perde oltre un terzo della popolazione e per l’esattezza il 35,67%. Castelvetere e Foiano distano poco più di una decina di chilometri, la domanda che ci poniamo è cosa è successo? Perché Ruggiero riesce a contenere lo spopolamento e i sindaci che si sono succeduti a Castelvetere hanno assistito ad un tracollo devastante? Ci sono dei meriti e dei demeriti oppure il fato è benevolo solo con Ruggiero e Mignogna e infausto con gli altri sindaci?
Anche Montefalcone era più grande di Foiano nel 2009 ed ora è meno popoloso. Nel 2009 contava 1695 abitanti oggi ne conta 1284, ha perso 411 abitanti pari al 24,24%, un quarto della popolazione, eppure l’eolico gira a Montefalcone da una vita, quali benefici?
Molinara è amministrato da un buon sindaco Giuseppe Addabbo, ma i risultati sono di poco migliori rispetto a San Bartolomeo, nel 2009 registrava 1717 abitanti dopo 14 anni è sceso a 1445, 272 persone in meno per un decremento percentuale del 15, 84%. Molinara è vicino al capoluogo di provincia, eppure perde decisamente popolazione pur avendo un bravissimo sindaco.
Nell’attesa di un miracolo di San Giovanni eremita da Tufara, anche il paese di nascita del Santo fa registrare dati non esaltanti, anzi… Tufara Valfortore nel 2009 era sopra i 1000 abitanti seppur di poco 1024, dopo 14 anni si ritrova con soli 776 abitanti pari ad un decremento effettivo di 248 persone e percentualmente del 24,21%. Tufara ha perso in soli 14 anni un abitante su quattro.
Alberona perde popolazione come tutti, ma fa registrare percentuali leggermente migliori della media, segno che i sindaci hanno posto la lotta allo spopolamento in cima alla lista delle priorità da affrontare durante il loro mandato. Nel 2009 contava 1036 abitanti, nel 2023 ne ha perso 175 fermandosi a 861 pari ad un decremento percentuale del 16,89%.
Volturino segnava nel 2009 1834 abitanti, oggi ne registra 1540, un decremento di 294 persone per una percentuale negativa del 16%. Paragonato agli altri paesi, qualcosa si muove a Volturino.
Roseto è un bellissimo centro, ma nel 2009 era di molto sopra i 1000 abitanti, 1236, dopo 14 anni ne perde 242 fermando la discesa a 994, per una percentuale del 19,57%. Roseto ha perso un quinto della popolazione.
Discesa quasi verticale per Volturara Appula. Ha perso in 14 anni il 26.37% della popolazione passando da 508 a 374, 134 abitanti in meno.
Ed infine San Marco la Catola, paese fortunatissimo, attraversato da tutti i cammini che scendono nel Meridione d’Italia: Di qui passò Francesco, il cammino tracciato da Angela Seracchioli, il Sentiero Italia, alcune varianti per Monte Sant’Angelo. Eppure a San Marco non esiste un ostello per l’accoglienza dei pellegrini, surrogano i frati con il loro convento, ma penso a cosa avrebbero fatto Mignogna e Ruggiero per sfruttare una occasione del genere. In questo caso un sindaco illuminato avrebbe fatto la differenza. San Marco passa da 1140 abitanti nel 2009 a 869, perdendo 271 persone pari al 22% della popolazione.
Stiamo assistendo alla fine di un mondo, allo spopolamento di una parte d’Italia, un esodo di dimensioni bibliche, un popolo quello delle montagne che se ne va, allo sgretolarsi di tradizioni e culture a volte millenarie. C’è un’apocalisse che si sta compiendo davanti ai nostri occhi e non ce ne rendiamo conto, o meglio noi lo vediamo e ci arrabbiamo notando l’indifferenza ed il fatalismo di chi potrebbe fare qualcosa per invertire la tendenza. Guardiamo con simpatia ed a volte tifo a sindaci come Ruggiero e Mignogna, fanno l’impossibile, ma come i dati dimostrano non è sufficiente. Mignogna terminerà il suo mandato da sindaco il prossimo anno. Uno come lui dovrebbe essere eletto al Parlamento Europeo per non perdere una delle poche voci che in questi anni si è battuto contro lo spopolamento.
Lettera dei cittadini biccaresi inviata al sindaco Mignogna:
Caro Sindaco, nel 2009 eri poco più di un giovane trentenne che decise di mettere al servizio del proprio paese tutto il suo entusiasmo e la sua competenza per cercare di cambiarne le sorti. Hai composto la tua squadra, hai fatto da sottile filo invisibile che è riuscito a tenere insieme gli amministratori, i dipendenti e i cittadini che a vario titolo si sono voluti impegnare per realizzare qualcosa per il proprio paese. Hai raccolto la sfida con dedizione e sacrificio, e nonostante molte cose nella tua vita siano cambiate (prima è arrivato il matrimonio con Nada, poi Mario e Olga), sei sempre stato al servizio della tua gente, anche a costo di mettere in secondo piano i tuoi affetti più cari. Dicevamo della tua splendida famiglia, che per 15 lunghi anni ha dovuto sopportare la tua presenza/assenza: molti di noi neanche sanno dei sacrifici a cui siete stati chiamati, ma che possiamo ben immaginare! Perché il 2 giugno, per esempio, mentre tutti noi pensavamo alla gita fuori porta, per te c’era la Festa della Repubblica, oppure a Pasquetta c’erano da distribuire i sacchi della spazzatura in montagna, piuttosto che stare con gli amici altrove! Del resto si sa, Biccari è così, è uno stato d’animo, ti prende e ti rapisce a vita, continuando a scorrere nelle vene per sempre! Oggi per esempio in questa piazza ci sono tantissimi biccaresi che seppur per lavoro o circostanze di famiglia si trovano costretti a vivere altrove, sentono forte il richiamo del proprio paese natio, lo sentono dentro come una eco che inevitabilmente li fa tornare, magari anche 1 sola volta in un anno, “pecche Biccar è semb Biccari!”. Oggi, per te è l’ultima festa patronale con la fascia tricolore, ma come sempre accade nei paesi “u Sinniche rumane u Sinache pe semb”, figuriamoci per chi Sindaco lo è stato per 3 mandati. Con questa lettera vogliamo dirti semplicemente GRAZIE! Grazie non per aver cambiato volto alla montagna, o per aver fatto quella strada, o quel lavoro pubblico o per aver riparato la perdita vicino casa o per aver rifatto il marciapiede che percorro ogni giorno. VOGLIAMO DIRTI GRAZIE PERCHE’ HAI SACRIFICATO IL TUO TEMPO PER NOI E PER BICCARI! Infatti, i ringraziamenti sulle cose materiali non sono duraturi, anzi! Noi cittadini dimentichiamo facilmente l’opera, magari la critichiamo prima che la stessa sia conclusa perché ci vediamo sempre del marcio o perché sappiamo prevalentemente criticare. Invece vogliamo dirti grazie perché per 15 lunghi anni sei stato in trincea, in prima linea e perché ci hai messo sempre la faccia! Il tuo è sempre stato un impegno caratterizzato da tanta passione, spirito di servizio e amore per la nostra Biccari … Sia chiaro, tra chi scrive c’è anche chi ha dissentito da alcune cose fatte o peggio, per quelle che non siete riusciti a fare! Perché ovviamente sappiamo che operare significa non sempre fare bene, ma anche sbagliare! Ma siamo tutti d’accordo a dirti GRAZIE perché sappiamo che lo hai fatto sempre con lo spirito di chi voleva fare la cosa giusta! GRAZIE per il tempo che ci hai dedicato… In queste righe ci siamo rivolti dandoti del TU non per mancarti di rispetto ma perché ti abbiamo visto sempre camminare tra noi, acconto a noi, hai macinato km per la nostra Biccari, grazie! Grazie per aver dimostrato cosa significa essere leader, non imponendo con durezza il proprio ruolo, ma condividendo e collaborando in prima persona sul campo! Mai il diktat sempre il collaborare: il togliere le sedie alla fine di uno spettacolo di cabaret, così come il presenziare alle riparazioni idriche. Grazie per questi esempi, grazie per il tuo tempo, grazie per la tua pazienza per la pazienza dei tuoi cari! Buona vita, adesso, inizia a correre per traguardi sempre più alti e importanti. I tuoi concittadini!