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giovedì, 21 Novembre 2024

Marco Esposito presenta: Vuoto a perdere Il collasso demografico come invertire la rotta

C’è un libro scritto dal giornalista de’ Il Mattino di Napoli Marco Esposito che mette l’accento sul collasso demografico di cui è vittima l’Italia.

Il libro evidenzia che ormai non ci sono più le persone per far figli, la platea di donne in età fertile 15-49 anni si è ridotta di oltre la metà rispetto agli anni ’80.

La frase scritta in questo modo può attribuire responsabilità alla donna che non vorrebbe figli, in realtà Marco Esposito sposta l’attenzione, come dovrebbe essere, sulla coppia, sono le coppie che per ragioni alcune note, altre meno note tendono ad avere sempre meno figli o nessuno.

C’è un capitolo però, che è un vero e proprio pugno nello stomaco, il quarto dal titolo “Svuotare il Sud”.

Esposito, già autore di Separiamoci e di Zero al Sud. La storia incredibile (e vera) dell’attuazione perversa del federalismo fiscale, analizza le non politiche italiane sulla demografia, miopi a voler essere benevoli, delinquenziali nel peggiore dei casi.

Il capitolo inizia con un’affermazione forte, ma vera di Ferruccio De Bortoli ex direttore del maggiore quotidiano italiano il “Corriere della Sera”. De Bortoli afferma parlando di Sud: “Forse abbiamo avuto anche un atteggiamento semicolonialista”. A parere nostro c’è un avverbio di troppo. Il Sud non è colonia perché ha diritto di voto nel Parlamento nazionale, ma a livello di servizi essenziali e delle loro definizioni è chiaramente una colonia.

I diritti differenziati al Sud sono la trasformazione di una statistica in una regola”. Quando in Parlamento si cominciò a parlare di Livelli Essenziali delle Prestazioni uguali su tutto il territorio nazionale, la senatrice del Partito Democratico, ma avrebbe potuto essere di qualunque partito con residenza sopra il Garigliano, Maria Angela Zanoni disse: “…se una comunità non ha ritenuto in tutti questi anni, di aver bisogno di alcune cose, non è che possiamo obbligarli ad averle, solo perché vogliamo che sia un meccanismo equo su tutto il territorio”. E così per gli asili nido è scattato il fabbisogno Zero, dove non ce n’erano, ed a cascata meno per i trasporti, meno per la sanità e così via.

Il meridionale italiano è uno strano caso di discriminato. Ha meno diritti se resta al Sud, ma se decide di partire per vivere sopra il Garigliano, diventa un cittadino italiano “normale”. Una donna iraniana ha meno diritti dell’uomo sia se vive a Teheran, sia se si sposta ad Hamadan o Esfahan, un nero americano resta nero e discriminato sia se vive in Mississippi, sia se si trasferisce a New York. Un foianese, un “vasuciaro”, un sanbartolomeano come per incanto se dovesse spostarsi a Cassina Rizzardi ha più sanità, più trasporti, più scuole.

Ecco perché il Mezzogiorno è un Vuoto a perdere: un luogo nel quale continuare a vivere significa accettare discriminazioni territoriali e vedere la sistematica partenza di concittadini come soluzione diretta ai propri problemi”.

Ultimamente leggiamo le interviste di Zaia, Fontana, Fedriga e altri sostenitori dell’Autonomia Differenziata e la nostra attenzione si sofferma sempre sulla solita frase: “La classe dirigente al Sud ha sperperato i soldi che lo Stato gli ha mandato, allora responsabilizziamoli con l’Autonomia (sottotitolo, togliamogli i soldi)”. Come afferma Esposito è indubbio che al Sud ci siano state malversazioni e qualche farabutto, ma non dimentichiamo che il peggior episodio di corruzione degli ultimi anni ha interessato la classe politica veneta e i miliardi sottratti per la costruzione del Mose, che la Sanità lombarda ha mostrato durante la pandemia le scelte truffaldine che sono state fatte e l’hanno indebolita, che la più grande truffa d’Europa dell’ultimo ventennio è stata messa in atto a Parma (Parmalat), eppure nessuno si permesso di dire togliamo i soldi ai lombardi, ai veneti, agli emiliani visto che li sperperano in ruberie, per il Sud invece sembra logico e quasi doveroso abbandonarlo perché ci sono casi di amministratori corrotti.

Ed a proposito di soldi, ma siamo sicuri che ne abbiamo così tanti? Anche in questo caso Esposito va a fare le pulci alla vulgata comune e scopre che la “capacità fiscale standard”, cioè la base delle risorse a disposizione di ciascun primo cittadino è di euro 899 per abitante a Milano, 804 a Roma, 766 a Bologna, 675 a Torino e 494 a Napoli. Ci sembra ovvio che Sala farà il fenomeno con Manfredi. Per restare nella Valle del Fortore, un ottimo amministratore come il sindaco di Foiano Ruggiero farà sempre la sua figura barbina se paragonato al sindaco di Menaggio Michele Spaggiari. Tuttavia per dire che Ruggiero è un amministratore peggiore di Spaggiari, vorremmo vederli alle prese con la gestione delle stesse risorse iniziali.

Tornando al problema demografico, Marco Esposito vede nello spopolamento del Meridione soprattutto dei suoi giovani più formati, negli ultimi dieci anni 130000 laureati meridionali si sono spostati verso Nord, una strategia della parte forte economicamente dell’Italia, diversa l’opinione di Isaia Sales, più vicina al nostro sentire, il professor Sales dice: “Non vedo una strategia in questo attingere alle risorse del Sud, con l’emigrazione al Nord è andata bene una prima volta, negli anni Sessanta. Non hanno calcolato che con l’emigrazione degli ultimi anni, quella acculturata, il Mezzogiorno sarebbe collassato. Il tutto avviene senza consapevolezza, senza strategia e proprio questo disallineamento tra obiettivi annunciati ed effettivo esito porta ulteriore divergenza territoriale”.

Il sistema Italia non se la passa bene, anche dalla Lombardia partono laureati verso l’estero, ma se nel Meridione i laureati che partono non vengono rimpiazzati, in Lombardia per ogni laureato che emigra all’estero ci sono 4 laureati meridionali pronti a prenderne il posto.

Un paese duale che rischia seriamente di disgregarsi, non se ne accorgono i Meridionali, non vogliono accorgersene i Settentrionali, se ne accorge l’Europa che dopo la pandemia del 2020 decide che i divari territoriali in Italia devono essere ridotti.

Ma siamo in Italia e da che unità è unità il carbone viene messo sempre nella locomotiva Nord sperando che trascini con sé i vagoni Sud. Politica fallimentare ma, che diabolicamente si persevera.

Il PNRR è destinato a fallire, anzi in alcuni settori i soldi europei aumentano i divari. Emblematico il discorso intercettato da LaPresse in un fuorionda del 9 febbraio del 2022 tra Fontana centrodestra e Sala centrosinistra: “Caro Beppe, è un casino il PNRR e noi mettiamo a terra un cazzo”. Sala risponde: “Dobbiamo farci un po’ più furbi su questa cosa. Io sono preoccupato del fatto che Sud, Sud, Sud”.

Investire al Sud è considerato sia dalla classe politica a trazione leghista, sia dalla stampa mainstream inutile o dannoso, emblematico il titolo di un libro: “Morire d’aiuti”.

Per la classe politica settentrionale la paura del PNRR è stata molta, per loro era un’operazione lost lost: Investire al Sud sono soldi sprecati, ma se putacaso per un miracolo il PNRR dovesse riuscire, si ridurrebbe il flusso dei meridionali verso nord, con grave danno per il sistema Nord.

La paura è durata poco, i soldi del PNRR sono stati rimodulati e per fare ciò si sono serviti di un meridionale Raffaele Fitto.

Per spendere i fondi europei che arrivavano già prima del PNRR, nel 2009 si decise per legge di effettuare una grande Ricognizione nazionale per accertare le dotazioni infrastrutturali territorio per territorio, ad oggi questa Ricognizione non è stata fatta, anzi come vedremo è stata effettuata, ma non è stata resa pubblica.

In attesa di questa mitologica Ricognizione Esposito con un piccolo esempio ci fa capire quanti soldi europei Fesr e Fse la Calabria “ruba” alla Lombardia.

Bruxelles per il programma 2021- 2027 ha assegnato alla Calabria 2,2 miliardi di euro e alla Lombardia 1,4 miliardi. A questi soldi l’Italia aggiunge “come da regolamenti UE il suo cofinanziamento, tuttavia lo fa con intensità diverse e clamorosamente opposte rispetto alle finalità comunitarie, per cui assegna 1 miliardo alla Calabria e oltre il doppio 2,1 miliardi alla Lombardia. Al momento di approvare i progetti del 2021 – 2027, sommando fondi comunitari e cofinanziamenti nazionali, la Lombardia scavalca la Calabria e si trova in cassa 3,5 miliardi straordinari da spendere contro 3,2 miliardi. Ai quali si aggiungono i fondi ordinari da sempre più intensi al Nord. Ma se si chiede ai lombardi chi riceve più aiuti non hanno dubbi e dicono Calabria”.

Marco Esposito da giornalista è riuscito a dare un’occhiata a questa mitologica Ricognizione, per mettere in pari a livello infrastrutturale tutti i territori, la percentuale di investimenti necessaria al Mezzogiorno è: 82,5%.

Ci fermiamo qui. Nell’attesa che un giorno l’Italia si risvegli davvero unita, crediamo sia giusto prendere consapevolezza che in fondo non siamo geneticamente inferiori, non abbiamo meno capitale sociale, ma è così che ci raccontano ed abbiamo cominciato a crederci e siamo contentissimi che i nostri figli vadano a Milano.

Un giorno questa terra sarà bellissima, intanto per fortuna, come dice Lollobrigida, la siccità ha colpito il Sud e per fortuna in misura maggiore la Sicilia.

Comprate e soprattutto leggete Vuoto a perdere l’ultimo libro di Marco Esposito e se non volete leggerlo, andate a Foiano Valfortore il 27 luglio 2024 alle ore 10:30 e ve lo racconterà Marco Esposito personalmente.

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