È il servizio di base che da cinquant’anni aspetta la terra «disgraziata» che dovette fare i conti anche con il terremoto durante i lavori interminabili: la struttura fu conclusa alla metà degli anni Settanta, ma alcuni anni dopo, vedendo che l’ospedale non entrava in funzione, alcuni cittadini istituirono un comitato e scrissero lettere all’allora presidente Sandro Pertini.
Si dovette aspettare oltre la metà degli anni Novanta per avere la garanzia dalla Regione Campania (presidente era Antonio Rastrelli) che l’ospedale avrebbe ospitato «un pronto soccorso attivo». Ma poi, racconta al Giornale un ex sindaco, Erminio Pacifico, ora all’opposizione per il centrodestra, «la giunta Bassolino ha declassato l’ospedale a centro di riabilitazione per anziani gestito da privati, senza struttura di emergenza». Neanche l’ospizio è comunque entrato in funzione, e molti dei macchinari sono stati buttati o «portati in altre strutture».
Ora l’ospedale ospita un centro analisi e alcuni uffici amministrativi della Asl. «Furono fatti anche concorsi, assunzioni – racconta sempre Pacifico -, ma le persone venivano assunte a San Bartolomeo e poi spostate dall’Asl a Benevento». Le stranezze sono anche infrastrutturali: «Hanno costruito l’eliporto per trasportare i casi gravi con l’elicottero, ma la nuova strada provinciale è troppo vicina». Nemmeno l’eliporto quindi è operativo. C’è poi un immobile che è stato «trasformato in parcheggio per l’ospedale». Ma senza ospedale a che serve per un paese di 6mila abitanti? «Un pozzo senza fondo di sprechi».
Per la fine di settembre i cittadini stanno organizzando un evento pubblico in occasione del cinquantenario del Padre Pio: una festa che è una provocazione, paradossale come la storia di mezzo secolo di responsabilità politiche e amministrative.
da "Il Giornale.it" del 17/09/2008