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martedì, 14 Ottobre 2025

Il prete, l’amante ed il marito lenone

Pasquale Vicario viene al mondo in una casa di Vico Mucciarello a San Bartolomeo in Galdo il 27 settembre 1846. La madre era Angela Circelli di 27 anni e il padre Pietro figlio di Marco era un contadino di 30 anni.

Pasquale era un ragazzino di 14 anni quando Garibaldi entrò a Napoli nel 1860, non avrebbe mai immaginato che le speranze suscitate dal Nizzardo si sarebbero rivelate delle eclatanti bugie. La terra ai contadini era uno slogan buono per prendere il potere, ma poi la terra restava ai Signori, che anzi, si presero anche quella delle chiese e quella del Re.

E così Pasquale sposatosi ad Alberona con Maria Michela Ruggiero e lì andato a vivere in Strada San Giuseppe 3 sperando in miglior fortuna a 43 anni si trova invischiato in una storia boccaccesca, tragica, grottesca e disperata.

Pasquale e Maria Michela entrambi analfabeti ed impossidenti non se la passavano bene, come la maggior parte dei villani. Vivevano in un tugurio di una sola stanza e avevano messo al mondo tre figlie.

Il lavoro da bracciante non permetteva a Pasquale di mettere insieme il pranzo con la cena e per tal motivo decise di prendere in affitto un forno di proprietà del canonico Don Giuseppe Querques di agiata famiglia alberonese e con poca vocazione e molta lussuria.

Il forno era gestito soprattutto dalla moglie del Vicario, per tal motivo Maria Michela si recava spesso presso la casa del reverendo Don Querques.

Il Reverendo Querques non era un santo, ma un sacerdote raffinato e colto che concupì Maria Michela.

Quando Pasquale venne a conoscenza della tresca, invece di lavare l’onta nel sangue, e negli archivi penali ne abbiamo incontrato di femminicidi per molto meno, tra l’altro all’epoca c’era un’attenuante grande come una casa per tali omicidi, Pasquale decise di sfruttare al meglio la tresca tra Maria Michela e Don Giuseppe.

Affrontò il prete e per chiudere entrambi gli occhi sulla relazione con la moglie, chiese in cambio un maiale all’anno e il pagamento di 450 lire una tantum e 20 lire ogni volta che giaceva con la moglie oltre al pagamento della pigione della misera stanza dove abitava la famiglia.

Il Querques rassicurato dall’acquiescenza del Vicario prese ad incontrare l’amante nella povera stanza. E qui le testimonianze ci riportano il degrado di tale relazione.

Il Prete andava in casa di Maria Michela anche alla presenza del marito e delle figlie, il marito si sedeva accanto al fuoco e attendeva che il prete soddisfacesse le sue voglie con la moglie.

Purtroppo in casa erano presenti anche le figlie, che dormivano nello stesso letto ove si consumavano gli amplessi.

La testimonianza della figlia più grande della coppia Angela Maria di anni 16 non lascia spazio all’immaginazione: “… il canonico si spogliò davanti a noi e si coricò nel letto con mia madre, nell’unico letto che abbiamo. Dormivamo insieme alle mie sorelle più piccole di me, ed eravamo tutte sveglie. Vidi bene il Querques che dopo aver baciato più volte mia madre, si gettò su di essa muovendosi continuamente”.

La relazione andò avanti per cinque anni, fin quando il Querques non incontrò Grazia Ciufalo donna di casa nubile che forse costava meno ed era più giovane e decise di interrompere la relazione con Maria Michela.

Poiché i rapporti si diradarono a causa di Grazia, Pasquale inviò la figlia Angela Maria a cercare il prete sia in piazza, ma soprattutto in sacrestia dopo aver celebrato messa per chiedere conto della sua lunga assenza.

Quando il Querques finalmente pose fine alla relazione con Maria Michela, questa ed il marito decisero di intervenire, e si presentarono sotto casa di Grazia Ciufalo facendo un gran baccano perché vi avevano visto entrare il Querques ed ingiuriarono la donna etichettandola come persona di facili costumi, che detto da Maria Michela fa quasi sorridere.

Il casino e lo scandalo dovette dar fastidio a qualcuno, perché intervenne la forza pubblica e il Vicario fu denunciato per prostituzione della propria moglie e il Querques e Maria Michela imputati di adulterio in danno del marito.

Le deposizioni dei testimoni durante il processo sono uno spaccato di vita paesana e delineano la vicenda grottesca. Sono tutti concordi nel ritenere il Vicario un grande lavoratore e che i problemi iniziarono quando prese in affitto il forno del Querques. Si iniziò a vociferare che non solo non si opponesse alla relazione della moglie col prete, ma anzi la favorisse.

Un’altra teste riferì le parole della figlia, la quale le confidò che quando il Querques andava a trovare la madre, il padre “si metteva intorno al fuoco facendo finta di non vedere e non sentire”.

E tutto sarebbe continuato così se non fosse entrata in scena Grazia. Durante la scenata davanti casa, un testimone affermò di aver sentito il Vicario gridare: “Figlio di porco hai lasciato il mio piatto per venire a mangiare quest’altro”.

La vicenda giudiziale finì presto, nessuno aveva interesse a prolungarla. Il tutto fu archiviato in pochi mesi, sicuramente a seguito del pagamento di qualche ducato da parte del Querques.

Pasquale Vicario morì nel 1917 ad Alberona, aveva circa 70 anni.

Maria Michela Ruggiero morì vent’anni dopo nel 1937 aveva 82 anni, per uno scherzo del destino la casa dove morì in via Pietro De Nigris 4 era a due passi dalla casa del Canonico Querques.

Don Giuseppe morì a 84 anni, il 22 settembre 1930. Nell’archivio diocesano di Lucera, non risultano provvedimenti della Gerarchia ecclesiastica nei suoi confronti. Per la Chiesa a cavallo del XIX e XX secolo i peccati dei suoi membri contro il 6° e 9° comandamento, erano considerati peccati veniali.

Viva la storia, quella con la s minuscola che però, è quella più vicina a noi.

Ad Maiora Ariadeno

*I dati anagrafici di Pasquale Vicario li abbiamo trovati negli archivi parrocchiali, la storia di Pasquale, Querques e Maria Michela è tratta dalle ricerche di Giuseppe Onorato e pubblicate nel suo libro: “Delitti e Misfatti ad Alberona dal 1675 al 1929”

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