Per l’Asl 88 letti in meno. Cerreto e S. Agata accorpati. E San Bartolomeo diventa «ospedale di comunità»
Il ”Rummo” guadagna 20 posti letto (ma, rispetto al Piano 2006, scompare la cardiochirurgia), gli ospedali dell’Asl ne perdono 88, i privati vengono decurtati di 33 unità rispetto all’attuale dotazione. È quanto prevede, per il Sannio, la bozza che l’assessore Montemarano ha presentato a Roma come razionalizzazione della rete ospedaliera campana, nell’ambito del Piano di rientro del debito.
Si badi bene, per ora non vi è alcun atto deliberativo, è la proposta della struttura tecnica dell’assessorato, ma una delibera dovrà essere adottata entro il 31 di ottobre. Sul territorio, si fondono i presìdi di Cerreto e Sant’Agata, dando vita ad un nuovo presidio in questa seconda località, presidio dotato di 100 posti letto, a fronte dei 112 dei quali dispone oggi il «Santissima Maria delle Grazie» e dei 36 del «San Giovanni di Dio». Questi due presìdi dismessi si trasformeranno in Strutture ambulatoriali polispecialistiche. Il suddetto accorpamento determina un decremento di 48 unità rispetto all’attuale dotazione complessiva dei due ospedali di Cerreto e Sant’Agata, numeri che, però, non tengono conto della contrazione già determinata dalla chiusura di alcuni reparti da parte dell’Asl, tipo i 20 posti di ostetricia e ginecologia, nonché i 4 di Pediatria, mentre altri 10 di Psichiatria sono calcolati sempre a Cerreto, ma sono allocati presso il ”Rummo” di Benevento. E San Bartolomeo? Venticinque i posti letto previsti per la struttura fortorina, che sarà un «Ospedale di Comunità», gestito assieme ai medici di medicina generale. Sensibile la riduzione inferta al ”Fatebenefratelli”, che dai 269 attuali scende a 229 posti, flettendo 10 unità per chirurgia generale ed altrettanti per medicina generale, ortopedia e traumatologia, ostetricia e ginecologia. Le strutture private del Sannio, come detto, si vedono ridurre di 33 posti letto la loro dotazione, anche se parte di questi posti non risultano mai attivati. Ricordiamo che la Nuova Clinica Santa Rita ha una dotazione di 72 posti, mentre 55 ciascuno sono quelli delle strutture telesine Gepos e San Francesco. In quanto alle strutture riabilitative, resta immutata la dotazione dell’Istituto di ricovero e cura «Fondazione Maugeri» di Telese Terme, che conserva i suoi 180 posti letto, mentre ai privati verrebbero decurtati 25 posti. Questi, in sintesi, i numeri indicati nella bozza dell’assessore Montemarano. Ma, a reagire con prontezza è l’Udeur, con il capogruppo Fernando Errico: «Occorre scongiurare il rischio del commissariamento – esordisce l’esponente mastelliano -, e su questo bisogna muoversi in maniera compatta perché andrebbe a danneggiare le istituzioni, va messa in campo un’azione in sintonia tra maggioranza e minoranza poiché sulla sanità non esistono appartenenze e colorazioni politiche, lasciando le analisi su eventuali responsabilità al momento elettorale». Quindi, Errico riferisce dell’incontro avuto con l’assessore: «Nella riunione fra i capigruppo di maggioranza e la cabina di regia è stata raggiunta un’importante intesa, nell’ambito del budget complessivo del Piano di rientro c’è la possibilità di presentare una proposta operativa sulla quale, come gruppo Udeur, stiamo lavorando e sulla quale c’è la volontà di coinvolgere anche gli altri rappresentanti sanniti in Regione, mi riferisco ai consiglieri di opposizione, in modo da determinare una condizione di non chiusura dell’ospedale di Cerreto ed il potenziamento della rete dell’emergenza con la possibilità di un elitrasporto, non solo diurno ma pure notturno. Di prioritaria importanza – prosegue il capogruppo mastelliano -, in ossequio a quanto definito dal Piano ospedaliero del 2006, occorre prevedere presso l’Azienda ospedaliera Rummo l’allocazione anche della cardiochirurgia, ora assente dalla bozza presentata dall’assessore. È importante, inoltre, che San Bartolomeo apra, anche se dobbiamo definire i contenuti di Ospedale di Comunità. Al riguardo, l’assessore Montemarano ha garantito che se ne discuterà. Ad ogni modo, se non verranno recepiti i suddetti punti, penso che l’Udeur non potrà approvare il Piano di rientro così come elaborato».
Di Gianni De Blasio, da "IL MATTINO" del 22/10/08