Il paese raccontato da Sante Tani, un’aretino confinato qui nel lontano 1942
Dal libro “Lettere dal carcere e dal confino” (1942-1943) di Sante Tani, a cura di Luca Berti, riporto commenti della sua vita da confinato a San Bartolomeo, dove visse per un periodo di circa un anno. La pubblicazione delle lettere di Sante Tani è stata promossa, dal Consiglio Comunale di Arezzo. Fiera figura di cattolico antifascista, Sante viene strappato agli affetti e alla vita quotidiana nel febbraio 1942, restando detenuto nelle carceri di Arezzo per oltre tre mesi per essere poi confinato in uno sperduto paese del Sannio per più¹ di un anno. Dal carcere e dal confino scrive alla moglie Wanda e allo zio Antonio e ad altri familiari e conoscenti, mostrando di accettare il suo destino con serenità e fermezza, ignaro della tragica fine che lo aspetta. Le lettere di Sante Tani ci restituiscono l’immagine di un uomo devoto alla famiglia, intriso di profonde convinzioni religiose, impegnato nella professione forense e socialmente attivo. L’ epistolario delinea cosi’ una personalità di alto profilo umano e contribuisce a dar luce sull’ancora controversa figura dell’ uomo politico e del partigiano combattente. L’8 maggio 1942 apprende la notizia del suo trasferimento dal carcere di Arezzo al carcere di San Bartolomeo in Galdo, ma si tratterò solo di un errore in quanto Tani non andrà mai al carcere di San Bartolomeo ma alloggerà in un posto ottimo come lui stesso lo definisce. Sottolinea che è un paese poco sviluppato e…completamente fuori del mondo, sperso in mezzo alle montagne… infatti…liunica comunicazione è con Benevento che dista 67 Km e che la corriera percorre in oltre 4 ore, da Benevento sono sempre montagne… . Nelle sue lettere è facile carpire com’era il paese in quegli anni non facili, un paese dove …tutti godono di buona salute, ci si trova tutto e costa relativamente poco (le uova £ 2.60, la carne 14 al Kg)… e…dove la guerra non si sente quasi per niente, dove la popolazione è buona e ospitale…. Queste sono le prime impressioni di Tani, …un paese pulito e sporco, dove c’è una via principale che è discreta e ci sono dei vicoli secondari che sono indecenti. Ci sono i maiali per le strade e i contadini che vivono con le bestie. I contadini si assentano per andare ai campi e poi ritornano; quando sono in paese, vanno sempre in giro per la via principale…. Ma non possiamo tralasciare l’aspetto naturalista di San Bartolomeo che colpisce anche il Tani al suo primo risveglio …ho respirato aria purissima e ho ascoltato il canto di un’infinità di uccelli… anche il Tani ha ascoltato le melodie della natura nelle nostre zone. Sempre a proposito degli aspetti ambientali Tani ci dÈ una breve descrizione del clima a quei tempi anche d’estate non è mai caldo eccessivo; d’inverno fa molto freddo e il paese resta isolato dal mondo per parecchi giorni…
Successivamente la moglie lo raggiunge a San Bartolomeo e allora inizia una corrispondenza con lo zio dove riprende la descrizione di San Bartolomeo in maniera molto minuziosa e ci da un quadro generale di questo paese …San Bartolomeo è un grosso paese di quasi 14.000 abitanti. La popolazione è nella sua grande maggioranza agricola, cioè composta di contadini che di mattina prestissimo si recano ai campi per lavorare, alla sera se ne tornano al paese dove hanno l’abitazione. Qualche volta rimangono fuori di casa per diversi giorni e dormono in piccole capanne in muratura che si trovano sui campi. Il paese di San Bartolomeo è il più¹ grosso centro della Provincia di Benevento. È alto circa 600 metri sul livello del mare; tutto intorno vi sono colline, quasi tutte coltivate. Non vi sono molti alberi, pochissime viti perchè© i vigneti furono tutti distrutti dalla fillossera una ventina di anni fa. Il paesaggio è meraviglioso. Spira sempre un venticello che non fa mai sentire il caldo eccessivo. In fondovalle scorre il fiume Fortore. In paese vi è la Pretura, il Registro, le Imposte, un Istituto Magistrale; infine una scuola di Avviamento. Vi sono tre avvocati, due notari, due medici, due farmacie. Vi sono caffè¨ ed osterie molto modeste. L’Albergo Bellavista è buono, ma non vi sono trattorie messe bene. Ne sorgere ora una nel centro, messa su dalla padrona dellâosteria dove abbiamo mangiato nel primo giorno. Le case in genere sono molto modeste, ma abbastanza pulite. Esiste una discreta via principale, qualche piazza; il resto sono vicoli scoscesi e un pò² sporchi. Ci sono cinque Sacerdoti con varie Chiese discrete e una sola Parrocchia. L’inconveniente del paese è la mancanza di comunicazione. Esiste una bella strada che porta a Foggia, ma non c’è servizio. Con Benevento c’è una corriera, ma il viaggio è strapazzoso. La caratteristica del paese rispetto ai nostri è la grande quantità di maialetti in giro per il paese. Vengono legati e condotti in giro come i cani. Ogni famiglia ingrassa il suo maiale e poi lo uccide. In ogni casa si vedono appesi al soffitto prosciutti e lardi .Questi maialetti poi dormono nelle cucine delle case perchè© non esistono stabbioli. Ci sono pochissimi buoi, ma una grande quantità di muli e di somari per il trasporto a basto delle persone e delle cose. La popolazione frequenta molto la Chiesa e, ripeto, èmolto buona ed ospitale; i bimbi sono vestiti nella loro grande maggioranza da fraticelli. Esistono delle belle consuetudini: a turno le famiglie si passano «una sacra famiglia»; preparano un altarino con fiori e lumi, e recitano molte preghiere. La popolazione accompagna in massa i suoi morti al Cimitero. La gente passa davanti ai cimiteri e si scopre; saluta con rispetto i Sacerdoti… Questo libro è interessante per la descrizione delle condizioni economiche e sociali di San Bartolomeo in quegli anni, delle diverse usanze e degli stili di vita è possibile consultarlo nella Biblioteca Comunale di San Bartolomeo in Galdo.