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San Bartolomeo in Galdo
mercoledì, 4 Dicembre 2024

Convento Santa Maria degli Angeli

Lasciata la chiesetta del Calvario, dopo aver percorso un breve tratto di via Pasquale Circelli in direzione della periferia, transitiamo lungo via IV Novembre al termine della quale troviamo la piazza San Francesco d’Assisi con il convento dei frati minori, fondato nei primi anni del secolo XVII (1609) «sopra un colle di prospetto alla suddetta terra, verso mezzogiorno e ponente».La costruzione procedette di pari passo con quella della chiesa di Santa Maria degli“Angioli” completata nel 1630. Abate feudatario -abbas et baro -era il cardinale di San Crisogono Scipione Caffarelli Borghese (nipote di papa Paolo V). «Sia la facciata che l’interno della chiesa sono in stile barocco, apprezzabile per i colori tenui e la leggerezza degli stucchi che arricchiscono gli altari e la volta con la maestosa figura di San Michele Arcangelo.

Ha una volta ad arco romanico ribassato poggianti su pareti laterali e alternata sulle linee di base, da vele decorate con bassorilievi e stucchi»: parole di Davide Fernando Panella da “Il francescanesimo nel Fortore”.

Bellissimo esempio di architettura barocca, presenta un portale, con «timpano spezzato e fastigio ad urne» e reca lo stemma gentilizio della famiglia Borghese (aquila e drago). Sull’architrave modanato l’iscrizione recita: «COENOBIVM ET ECCLESIAM VNIVERSALIBVS IMPENSIS ABSOLVTA PORTAM SIC ORNATAM SVO AERE AC PIO ANIMO SCIPIO S.R.C. CARD. BVRGHESIVS ABBAS ET BARO STRVI MANDAVIT ANNO SALVTIS M DCXXX». («Il convento e la chiesa sono stati costruiti a spese di tutti. Questo portale così adorno con suo denaro e con pietà d’animo Scipione Borghese cardinale di Santa Romana Chiesa abate e barone fece costruire nell’anno della salvezza 1630»). Intitolato a Santa Maria degli Angeli, il sacro tempio fu solennemente consacrato dal vescovo di Volturara, mons. Tommaso Carafa, il 6 febbraio 1630, come da scritta presente sul lato sinistro dell’ingresso: «HANC VENERABILEM D. M. ANGELORVM AEDEM IL. E.T. REVER THOMAS CARAFA VVLTURIAE EPISCOPIS ET MONTIS CORBINI (sic) RITE SACRIVIT 6 (sic) OBRIS (sic) A.D. M DCXXX CVIVS CONSECRATIONIS OFFICIVM POST. DIVINUM FRANCISCI OCTAVAM EIVS FAVORE CELEBRARI INDVLSIT». («Questo venerabile tempio di Santa Maria degli Angeli, l’illustrissimo E.T. Reverendo Tommaso Carafa, vescovo di Volturara e di Monte Corvino, secondo il rito, consacrò il 6 febbraio 1630, la cui funzione di consacrazione dopo l’ottava del divino Francesco, col suo favore concesse di essere celebrata»).
Si presenta in una sola navata con sette altari: il maggiore, dedicato a Santa Maria degli Angeli – con l’immagine su tela risalente al XVII sec. esposta nella parte alta della parete centrale – fu costruito a spese del convento e di Orazia Colagrosso nel 1743, come da scritta «ex sumptibus Conventus et ex devotione Horatiae Colagrosso constructum in mense Novembris A. D. MDCCXXXXIII». Gli altari laterali sono rivestiti di finissimo marmo policromo e medaglioni centrali in marmo bianco con la raffigurazione del titolare dell’altare; quelli di destra sono dedicati a san Pasquale Baylon, san Diego D’Alcalà e sant’Antonio da Padova mentre quelli posti a sinistra – a partire dall’altare maggiore – sono dedicati a san Francesco d’Assisi, al SS. Crocifisso e a san Nicola di Bari, come da statue lignee del XVIII sec. tutte riposte nelle loro rispettive nicchie. Altre statue lignee si trovano nella sacrestia e rappresentano santa Chiara d’Assisi, la Vergine della Purificazione, san Pietro d’Alcantara, san Matteo apostolo e l’Immacolata Concezione. Un particolare: il crocefisso posto nella mano destra della statua lignea di san Diego D’Alcalà (patrono dei religiosi fratelli francescani) porta incisa la data 1624. Infine, una curiosità: gli 3 Angeli che ornano la chiesa sono 143 (96 scolpiti in gesso, 24 in marmo, 6 in legno e 17 dipinti su tela).
 Nota saliente
Per la morte del vescovo Sorrentino, risulta che il 30 giugno 1710 nella menzionata chiesa vi aveva celebrato messa il cardinale fra’ Vincenzo Maria Orsini (futuro papa Benedetto XIII), arcivescovo di Benevento e amministratore apostolico della diocesi di Volturara: «Poi mi portai nella Chiesa di S. Maria degli Angioli de’ minori osservanti Riformati, ove celebrai la mia Messa piana». (Biblioteca capitolare di Benevento,Diari di Orsini, Tomo IV, ms. 567-1710/1716). Grazie alla generosità del popolo, nel 1982 la chiesa ha usufruito di un ultimo restauro terminato con la solenne benedizione impartita il 2 Agosto 1983 dal vescovo di Lucera mons. Angelo Criscito e dal suo ausiliare mons. Appignanese (come da scritta sotto il portale “Anno santo della Redenzione 1983”). Per l’occasione furono fuse e benedette anche le campane. Attualmente la chiesa è l’unica parte ancora utilizzata del complesso conventuale costruito come già detto all’inizio del sec. XVII. Le trasformazioni apportate del 1959 hanno deturpato alquanto la sua linea architettonica che, tuttavia, dopo il riuscito restauro si presenta nel suo insieme con un volto artistico di gran rispetto. Nei locali adibiti per le confessioni una lapide marmorea recita: «A S. Francesco d’Assisi Patrono d’Italia nel II centenario della fondazione del sodalizio cittadino del terz’ordine Francescano che tante opere di religione e di carità promosse nel popolo nostro i figli e la cittadinanza riconoscenti. A. D. MCMXL».
La chiesa si arricchisce di un organo a canne costruito dalla rinomata fabbrica Mascioni di Cluvio (provincia di Varese) inaugurato il 24 agosto 1985 con un grande concerto dell’organista padre Egidio Circelli, nativo di San Bartolomeo in Galdo. In merito, ecco le parole di Benito Pacifico tratte dal libr San Bartolomeo in Galdo (ed., marzo 2006): «I fedeli ricordano con gratitudine il Rev. P. Egidio Circelli, dell’O.F.M.,nostro concittadino e organista di fama europea,primo a Norimberga alla settimana internazionale d’organo suonando nella chiesa di S. Lorenzo un grande organo di quindicimila canne e cinque tastiere. La sua iniziativa, il suo impegno e la collaborazione di altri frati hanno lasciato alla chiesa del Convento un organo con 16 registri, 1126 canne, 2 tastiere e una pedaliera a ventaglio di 30 note».

Un desiderio che parte da lontano.
Nella riunione consiliare del 18 ottobre 1949 il M.R.P. Commissario P. Benedetto M. d’Alessio riferisce che «nel Settecento l’Università (ovvero tutti gli abitanti del feudo, ndr) di San Bartolomeo in Galdo richiedeva al Vescovo del luogo la divisione dell’attuale unica Parrocchia e di affidare una nuova da erigersi ai Padri Francescani». Riferisce ancora che «in un colloquio con l’attuale Vescovo di Lucera mons. Domenico Vendola, questi si esprimeva in senso favorevole, tanto più che i Padri già lavorano attivamente nella cura delle anime. Il ven. Consiglio si manifesta entusiasta e che il MRP Commissario caldeggi presso l’Ordinario di Lucera quanto è nei voti comuni» (ACBP,Atti della  Provinciab 1911-1949, p. 815, nr. 4).
Dopo 37 anni, l’arcivescovo di Benevento mons. Carlo Minchiatti riconosceva che «la presente situazione topografica e demografica, contenuta nel territorio del Comune di San Bartolomeo in Galdo della nostra Archidiocesi, esigeva l’istituzione di una nuova Parrocchia. A ciò provvedemmo con il nostro decreto del 2 settembre 1986, riconosciuto agli effetti civili del decreto del Ministero dell’Interno in data 6 dicembre 1986. Al n. 57 è detto: San Bartolomeo in Galdo – Parrocchia del Cuore Immacolato di Maria. Detta neo-Parrocchia è stata affidata con regolare ed apposita Convenzione alla Provincia Sannito-Irpina dei Frati Minori Francescani, la cui sede momentaneamente, in attesa della costruzione della Chiesa Parrocchiale, sarà la Chiesa di Santa Maria degli Angeli annessa al Convento Francescano di San Bartolomeo in Galdo».
Con decreto arcivescovile del 1 ottobre 1987 il metropolita beneventano delineava la circoscrizione territoriale della nuova parrocchia sotto il titolo del Cuore Immacolato di Maria. 

Nella foto: Donne aiutano nella ricostruzione del Convento dopo il sisma del 1960

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