“The Guardian” è un quotidiano britannico che ha, in un’era digitale, ove i giornali cartacei sono in forte sofferenza, una tiratura di 400000 copie.
E’ uno dei pochi quotidiani indipendenti del Regno Unito, la proprietà appartiene ad un fondo senza scopo di lucro, la Scott Trust, che ne garantisce l’autonomia finanziaria e lo mette al riparo da scalate (ad esempio il colpo di mano di Cairo sul maggior quotidiano italiano sul The Guardian non sarebbe stata possibile) e di conseguenza l’indipendenza. Ciò lo rende un quotidiano autorevolissimo nel panorama internazionale.
In tempo di coronavirus, le scelte vacanziere sono limitate, esclusi i paesi tropicali dove la pandemia impazza, esclusi il Sudamerica, gli Stati Uniti e l’Asia, resta solo l’Europa ed in particolar modo l’Italia del centrosud, quella che Lombardia permettendo, ha avuto una penetrazione del virus quasi marginale e quella che, nonostante i mezzi esigui stanziati dallo Stato italiano rispetto alle regioni del nord, ha combattuto meglio il virus, attenendosi con diligenza spartana alle direttive statali durante la chiusura.
Una diligenza che ha stupito prima di tutto noi meridionali e poi il resto del mondo, una capacità delle nostre strutture di affrontare l’emergenza che ha stupito prima noi meridionali e poi il resto del mondo, l’altra parte dell’Italia era in attesa del dilagare del virus al sud per poter dire: “Ecco l’inefficienza meridionale”.
I complimenti al Meridione d’Italia su come ha affrontato l’epidemia sono arrivati da giornali internazionali quali il New York Times.
Certo, non è finita l’emergenza, magari in autunno verremo travolti dal virus e ci sarà poco da stare allegri, ma ad oggi i fatti sono questi. Ma torniamo al The Guardian ed alle vacanze. In un articolo del 22 giugno a firma del giornalista James Imam, il quotidiano inglese consiglia i piccoli borghi italiani per una vacanza estiva e titola: “Italy’s remote villages now make an ideal escape”. Oltre ai più conosciuti borghi della Toscana e dell’Umbria, il dott. Imam si spinge molto più a Sud e consiglia numerosi borghi in Abruzzo, in Campania e in Puglia, soffermandosi sui borghi dei Monti Dauni e in particolar modo Roseto Valfortore e Pietramontecorvino.
“The villages have pushed on, often with regional support. Puglia has lauded its “Magnificent 11” most beautiful villages, from higgledy-piggledy Pietramontecorvino to picture-postcard Roseto Valfortore”.
Potrà piacere o no, d’altra parte l’Italia è da sempre divisa in due dal tempo degli Orazi e Curiazi, passando dai guelfi o ghibelli ai Coppi o Bartali, ma il lavoro svolto dal sindaco Lucilla Parisi in questi ultimi lustri a Roseto comincia a dare i suoi frutti.
Credo che noi dovremmo guardare sempre più ai centri dei Monti Dauni come esempi virtuosi di resilienza prima, ma soprattutto di proposta poi.
Il sindaco di Biccari il dott. Mignogna definendo i nostri comuni divisi dal confine regionale diede una definizione calzante, i nostri paesi sono come due persone sedute spalle contro spalle che guardano davanti a loro senza mai voltarsi indietro. Penso che sia giunta l’ora di riallacciare i rapporti con i nostri Monti Dauni, d’altra parte non sono trascorsi nemmeno quarant’anni da quando facevamo parte della stessa diocesi.