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venerdì, 29 Marzo 2024

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Jafii e fascismo

I Jafii sono una costruzione caratteristica di SBiG. Sono piccoli ballatoi costruiti dinanzi le abitazioni, di solito per permettere l’entrata esterna al primo piano delle case, ma non è una regola fissa, a volte sono costituiti da pochi gradini  che innalzano l’entrata della casa di pochi decimetri rispetto al piano stradale. Quasi tutte le “rue” della vecchia SBiG, hanno i loro jafii, in alcune ve ne sono molti, in altre

meno.   Gli anni ’70 spazzarono via questo modo di costruire, che sembra però, tornato in auge nelle ristrutturazioni degli ultimi anni. Ho usato l’avverbio “quasi”, perché c’è una “rua” perpendicolare a Corso Roma, vico Fiorilli, meglio conosciuta come “a rua Celestin”,che i jafii non li ha.  Mi sono chiesto perché? La risposta è arrivata subito: Donato Monaco detto don Donato Monaco dal volgo, ma credo che i “don” in una popolazione semplice come quella di SBiG fossero alquanto inflazionati, anche se dobbiamo attendere la XIV disposizione transitoria della Costituzione per vedere sancito il disconoscimento dei titoli nobiliari. Torniamo a Donato Monaco, fu podestà di SBiG dal gennaio 1938 fino al 25 maggio 1942, quando divampava la seconda guerra mondiale e avevamo ancora velleità di vittoria. Era succeduto a Ignazio Saccone o don Ignazio germano di quel, lui si, don Ernesto Saccone Arciprete di San Bartolomeo in Galdo per oltre tre decenni all’inizio del ‘900, ed aveva preceduto Giuseppe Gabriele ultimo podestà di SBiG. Una curiosità su Ignazio Saccone: era sindaco quando non c’era il fascismo e c’erano i deleteri savoia, podestà con il fascismo e se non fosse stato per ragioni meramente anagrafiche, sarebbe diventato sindaco con la Repubblica. Mi ricorda ciò che dice Don Giacomo Uzeda Principe di Francalanza discendente dei Viceré di Spagna al figlio Consalvo ne’ I Viceré di Federico De Roberto: “Quando c’erano i Viceré gli Uzeda erano Viceré, ora che c’è il Parlamento gli Uzeda sono deputati”. Donato Monaco in qualità di podestà, ordinò che i jafii nella “rua di Celestin” fossero demoliti. La risposta chiarisce in parte il mio perché, ma ne genera altri: perché ha ordinato la demolizione dei jafii? Perché l’ha ordinato solo per quel vicolo?Donato Monaco aveva una farmacia, la farmacia era situata nel locale che ospita attualmente la macelleria di Michele Cifelli fù Basilio,l’ex negozio di abbigliamento di Peppino Sepe.  Secondo il podestà i jafii impedivano la visuale della farmacia alla gente che saliva da Vico Fiorilli o transitava da Via Valfortore. Ed allora con un atto d’imperio ordinò che fossero demoliti. Non è l’unico danno che fu perpetrato sotto il fascismo, la monumentale fontana fatta costruire in piazza o Largo della Fontana appunto dall’abate Gurtler fu demolita proprio in quel periodo. La massima che possiamo trarre da questo ricordo è: Chi cummann fa legg.

 

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