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venerdì, 19 Aprile 2024

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Iperico

Hypericum perforatum, Linneo 1753. Sinonimi: Erba di San Giovanni, caccia diavoli, rosa di Saron, barba di Aronne, pilatro, mille buchi, pirico Divisione Magnoliophyta Famiglia: Ipericacae Specie Hypericum perforatum.

Descrizione: È una pianta perenne semisempreverde. È ben riconoscibile anche quando non è in fioritura perché ha le foglioline che in controluce appaiono bucherellate, in realtà sono piccole vescichette oeose (ghiandole traslucide). Infatti le foglie e i fiori di iperico consegono delle ghiandole che emettono un olio rosso quando vengono stropicciate.

I primi cristiani chiamarono l’iperico “erba di San Giovanni” in onore a Giovanni Battista, ritenendo che la pianta secernesse l’olio sanguigno il 29 agosto, anniversario della decapitazione del santo.

Habitat: Lo si rinviene nelle radure del bosco assolate, ai bordi e lungo i viottoli erbosi ed ampi. Le quote sono dai 840mslm a scendere sui 780mslm (Bosco Montauro, San Bartolomeo in Galdo). Il terreno tipico è abbastanza drenato; la pianta cresce tendenzialmente in luoghi sabbiosi e poveri di materia organica.
Curiosità: Durante la raccolta dei fiori si tingono le dita di rosso, è il contenuto delle piccole strutture ghiandolari contenenti Ipericina.
Droga (parte della pianta che contiene sostanze a valenza fitoterapica): Foglie e fiori Composizione di foglie e fiori:  1) flavonoidi (immunomodulanti); 2) tannini; 3) ipercina (azione antivirale ed antidepressiva); 4)acido clorogenico e caffeico (azione metabolica).
L’ipericina è un componente ad attività antibiotica presente nell’olio rosso della pianta che può prevenire l’infezione delle ferite. Inoltre anche i flavonoidi presenti nella piante, grazie alla loro azione immunostimolante, contribuiscono a ridurre l’infiammazione delle ferite. L’acido clorogenico aiuta il corpo a stimolare efficacemente il metabolismo e a favorire la riduzione del grasso corporeo, regolarizzando il livello di zuccheri nel sangue.
Periodo di raccolta delle foglie e dei fiori: Giugno-Agosto.
L’iperico raggiunge la fioritura massima durante il solstizio d’estate e si dice che il giorno più propozio per la raccolta sia proprio il 24 giugno (notte di San Giovanni) da cui il nome popolare.

Utilizzi
Erboristeria:  Viene usato in erboristeria da oltre 200 annni, per le sue proprietà vulnerarie e cicatrizzanti, recentemente è emerso il suo possibile uso come immunostimolante. I ricercatori dell’Università di New York hanno scoperto che l’erba svolge un’attività sensazionale contro una famiglia di virus che comprende l’HIV responsabile della sindrome da deficienza immunitaria acquisita (AIDS).

USI NELL’ANTICHITA’
– Nel I secolo, Plinio prescriveva lo spirito di iperico come cura contro i morsi di serpenti velenosi. I greci ed i romani noltre credevano che l’erba proteggesse dagli incantesimi delle streghe. I cristiani adottarono la credenza profana secondo la quale l’erba di San Giovanni era in grado di allontanare gli spiriti maligni ed assicurare buoni raccolti.
– In base alla dottrina medievale secondo cui l’aspetto fisico di un’erba ne rivelava anche il valore terapeutico, le piante rosse erano ritenute efficaci per le ferite, ed il “succoso fiore rosso” di iperico non faceva eccezione. La prima farmacopea di Londra nel 1618 consigliava di triturare i fiori di iperico, immergerli in olio ed esporre la mistura al sole per tre settimane. La tintura risultante fu per secoli il trattamento di routine per ferite e contusioni. * Nel 1977 la Food and Drug administration ha dichiarato l’iperico insicuro. In seguito all’ingestione di grandi quantità di iperico, gli animali diventano spesso molto sensibili alla luce solare (fotosensibilizzazione) e sviluppano gravi ustioni solari con formazione di vesciche. E questo si verifica anche nei soggetti con carnagione chiara. Gi erboristi non interessati al problema della sicurezza ignorano il problema, affermando che la pianta possiede una tradizione di sicuro impiego erboristico di 2000 anni e la raccomandano per l’uso esterno, per trattare le gerite ed internamente per sciatica, insonnia , crampi mestruali, cefalea , raffreddori, congestioni del petto e come tranquillante

Curarsi con l’iperico
In esperimenti su topi infettati con i virus della leucemia e successivamente trattati con una sola iniezione di estratto di iperico è stato possibile osservare che l’iperico preveniva totalmente la malattia. L’erba somministrata per via orale si rivela ugualmente efficace. Test preliminari di laboratorio indicavano un’azione simile contro il virus HIV. L’erba supera anche la barriera sangue/cervello aspetto molto importante per il trattamento dell’AIDS in quanto il virus attacca spesso il cervello.
Farmacologia: L’ipericina sembra interferire con l’attività di un costituente chimico presente nel corpo, la monoamino-ossidasi (MAO), agendo come inibitore della MAO. Gli inibitori della MAO costituiscono un importante classe di antidepressivi. L’iperico, tuttavia, non è un antidepressivo ad azione rapida. Sono necessari circa due o tre mesi per sviluppare la propria attività migliorativa sul tono dell’umore.

Preparazione per uso interno
Infuso
– 8 g sommità fiorite essiccate (1-2 cucchiaini da tè di erba secca);
– 1 tazza di acqua bollente;
*Lasciare in infusione per 10-15 minuti.
La dose massima è di 3 tazze al giorno. L’iperico ha sapore inizialmente dolce, poi amaro e astringente. Indicazione: Depressione, effetto stimolante sul sistema immunitario Attenzione: L’iperico non deve essere somministrato a bambini di età inferiore a 2 anni.

Polvere
Ridurre i fiori essiccati in polvere, pestandoli in un mortaio, conservare in barattoli a chiusura ermetica e lontano da fonti di calore. Quantitativo di assunzione= mezzo cucchiaino al giorno.

 Tintura
-25 g di fiori sminuzzati;
-120 g di alcol a 60°;
* Macerare per 10-15 giorni i fiori nell’alcol. Filtrare e conservare in bottiglia di vetro scuro con contagocce.
Dose consigliata= 10-12 gocce 2-3 volte al giorno.

Vino d’iperico
– 20g di sommità fiorite;
– 1 litro di vino bianco
* Mettere a macerare per una settimana l’iperico nel vino bianco ad alta gradazione.  Berne due bicchierini al giorno.
Indicazione: forme asmatiche.

Preparati per uso esterno 
Oleito di iperico
– Fiori freschi di Iperico
– Olio di girasole (sostituibile con olio di oliva o di mandorle dolci)
* Dopo aver raccolto a mano le cime fiorite della pianta bisogna lavarle e asciugarle con un panno e poi metterle in  contenitori di vetro ricoprendole completamente di olio.  Queste bottiglie vanno lasciate all’aperto, sotto il sole e di tanto in tanto scosse per rimescolarne il contenuto. L’olio  inizierà a tingersi di rosso, il famoso rosso d’iperico. Dopo tre settimane occorre filtrare ed imbottigliare. L’olio che si ottiene è limpido, di colore rossiccio e dal un profumo caratteristico. Indicazione: eritemi e scottature.    L’iperico in cucina E’ un componente di liquori e grappe con proprietà balsamiche e digestive.

Rimedio omeopatico
A partire dal 1800 era altrettanto popolare la prescrizione dell’iperico per un ampio spettro di indicazioni: ferite asma, morsi, sciatica, diarrea, emorroidi ed alcune forme di paralisi. 

Tintura madre
* Si prepara con un rapporto droga:solvente di 1:10 e gradazione della soluzione idroalcolica di 25°. Indicazione: nevrite

Uso cosmetico
L’olio di iperico è un valido rimedio in caso di scottature, ustioni ed eritemi solari.  E’ inoltre utile per trattare la pelle arrossata da pannolini nei bambini,  è un ottimo sbiancante per le macchie della pelle, da eccellenti risultati nella cura della psoriasi ed è anche un ottimo alleato per combattere l’invecchiamento poiché stimola la rigenerazione cellulare (è infatti questo il motivo della sua efficacia contro le ustioni). Eccellente come lenitivo doposole non va però usato prima di esporsi al sole perchè ha un effetto fotosensibilizzante, cioè durante l’esposizione al sole rende la pelle più sensibile agli effetti dannosi delle radiazioni.

Fotografia: Marco Monari

Antonio Vinciguerra
Antonio Vinciguerrahttps://www.docenti.unina.it/antonio.vinciguerra
Farmacologo presso Università degli Studi di Napoli Federico II. Contro il pensiero unico. Per un nuovo umanesimo delle montagne.

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