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venerdì, 4 Ottobre 2024

Sommarrello

Questa varietà di uva è diffusa nei territori interni della provincia di Benevento ed in particolare nella Valfortore,terra fertile, mite e soleggiata. Mostra caratteri simili alla varietà “uva di Troia”chiamata anche “somarello nero” molto diffusa nella vicina Puglia. Una delle sue caratteristiche principali è la grande produttività in età giovanile: è dai 5 ai 10 anni di vita, infatti, che la pianta dà il meglio di sè, caricandosi come un “asinello,da qui il nome dialettale sumarell”,è composta di ricchi grappoli dal colore bluastro. Proprio il colore è l’altra grande peculiarità di questa uva, che presenta una concentrazione di antociani, le molecole coloranti naturali.

Così come non si può chiedere a un centometrista di portare a termine una maratona, il grosso limite della pianta del sommarello è il repentino calo della produttività dopo lo sprint iniziale. Raggiunta l’età adulta, intorno al decimo anno di vita, la pianta produce sempre meno grappoli, e per il contadino comincia a diventare sempre meno redditizia fino a divenire troppo onerosa.

A quel punto le vecchie piante vengono sostituite con nuove barbatelle, spesso di altri vitigni più longevi, come il primitivo, negroamaro, uva di Troia. Ecco perchè oggi il sommarello resiste solo grazie alla volontà di pochi affezionati viticoltori. Capita spesso che le altre uve locali abbiano qualche squilibrio tra maturazione zuccherina e maturazione dei polifenoli, ovvero di quei tannini che, se acerbi, danno al vino il gusto allappante, che lega la bocca, le uve di sommarello raggiungono con maggiore facilità questo equilibrio tra acidi, zuccheri e tannini. Equilibrio che viene poi trasmesso al vino.   L’assaggio. Il vino ha un colore rosso rubino cupo impenetrabile, quasi nerastro e, piegando un pochino il bicchiere di lato, si può notare una sfumatura porpora, violacea, la cosiddetta “unghia”. Roteando il vino sulle pareti del bicchiere si formano densi archetti che lentamente si sciolgono in lacrime che scorrono verso il fondo, indizi di una bella consistenza e di tenore alcolico al limite del liquoroso.  I profumi sono intensi ed eleganti. In evidenza le note fruttate di prugne mature e ciliegie sotto spirito, accompagnate da sentori speziati che ricordano i chiodi di garofano e la cannella,dopo qualche secondo emergono anche lievi note vanigliate di legno dolce che non disturbano affatto. In bocca ritornano tutte queste sensazioni fruttate e speziate, tenute assieme da un tannino maturo e giustamente astringente e da una media acidità. Il gusto ha una buona persistenza e invoglia a berne un altro sorso.

Fotografia: Salvatore Picciuto

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Antonio Vinciguerra
Antonio Vinciguerrahttps://www.docenti.unina.it/antonio.vinciguerra
Farmacologo presso Università degli Studi di Napoli Federico II. Contro il pensiero unico. Per un nuovo umanesimo delle montagne.

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